Che finissero di nuovo tra i sospettati numero uno era inevitabile. Ben diciannove senatori del Nuovo centrodestra assenti su un totale di 36, del resto, non sono passati inosservati. A Palazzo Madama c’è chi evoca il precedente della riforma della scuola. Quando in commissione Affari costituzionali il governo fu battuto sul parere di costituzionalità al provvedimento per le defezioni di tre componenti del Ncd. E anche stavolta, che in Aula c’era invece il dl Enti locali e il discusso emendamento sui tagli alla Sanità, le defezioni degli alfaniani hanno lasciato campo libero alle opposizioni che hanno avuto gioco facile nel far mancare per ben quattro volte il numero legale.

ODIO I LUNEDI’ «Agosto colpisce ancora», si lasciano scappare una battuta dai ranghi serrati del Nuovo centrodestra. Dove trovare qualcuno disposto a commentare l’accaduto sembra un’impresa impossibile. “Non c’è stata nessuna regia, nessuna volontà di mettere in difficoltà la maggioranza. Anche perché – ragionano nell’entourage del partito di Angelino Alfano – se l’allusione è a una presunta vendetta per le polemiche sulla norma che sanziona le registrazioni fraudolente all’esame della Camera, c’è già un accordo con il Pd per escludere i giornalisti dalla sua applicazione“. Insomma, questione derubricata a semplice incidente. Anche all’interno del Partito democratico. “Questo è uno strano Paese dove capita che, il lunedì, gli autisti non guidino, i netturbini non spazzino e alcuni parlamentari non lavorino – ironizza il renziano Stefano Esposito –. Nessun caso politico, quindi. Solo un certo numero di senatori che, evidentemente, sono iscritti al fan club di Vasco Rossi. Conoscete la canzone che fa: ‘odio i lunedì’?”.

VERDINIANI IN FORSE – Battute a parte, però, resta comunque aperta un’altra questione. Se come confermato dal sottosegretario Luciano Pizzetti, domani (martedì) subito dopo il voto sulle pregiudiziali il governo confermerà l’intento di porre la fiducia si riproporrà l’incognita dei numeri. Ammesso e non concesso che le assenze dei senatori del Ncd siano state solo un caso, con la sinistra del Pd in perenne agitazione, neppure il battesimo del nuovo gruppo dei verdiniani a Palazzo Madama potrebbe bastare ad evitare al governo un’altra votazione sul filo di lana. Anche perché il sostegno di Alleanza Liberale Popolare e Autonomie, la nuova componente che fa riferimento all’ex plenipotenziario di Forza Italia Denis Verdini, non è affatto scontato. «Il testo in sé non è malvagio, ma servono dei correttivi irrinunciabili – spiega Vincenzo D’Anna a ilfattoquotidiano.it –. Ci sono delle regioni con avanzi di bilancio sul fronte della Sanità, ma per i tetti di spesa imposti dallo Stato queste risorse non possono essere spese. Noi chiediamo invece che vengano utilizzate per compensare, dove occorra, situazioni di disavanzo. Su questo punto ci aspettiamo dei segnali di apertura». In caso contrario? «Siamo una minoranza e non necessariamente un’opposizione – conclude D’Anna –. Ma senza le modifiche che chiediamo non voteremo un’eventuale fiducia».

NUMERI IN BILICO – Una cosa, però, è certa. Nel mancato numero legale di Palazzo Madama stavolta la sinistra Pd non c’entra nulla. «Io, per esempio, ero regolarmente in Aula», fa sapere il dissidente dem Corradino Mineo. E in effetti, nelle file del Partito democratico erano presenti 95 senatori su 113. Altra questione, però, è quella del merito del provvedimento. «Non credo sia sostenibile la tesi per la quale vadano fatti ulteriori tagli alla Sanità per coprire il taglio dell’Imu annunciato dal governo – avverte Mineo –. Tanto più che è dimostrato che l’Imu non è né la causa della contrazione dei consumi né della crisi del mattone. Il discorso cambierebbe, invece, se l’esecutivo spiegasse in modo convincente che il taglio alla Sanità serve alla Sanità stessa». Quanto ai numeri ballerini del Senato l’ex direttore di Rainews 24 non ha dubbi. «Su temi come la Rai, la Sanità e la riforma costituzionale l’incidente è sempre possibile – conclude Mineo –. Noto, tuttavia, che invece di avere consapevolezza dei numeri il presidente del Consiglio continua a sfidarli: o è sicuro di avere i voti di una larga pattuglia di destra oppure siamo di fronte ad un rilancio al buio».

Twitter: @Antonio_Pitoni

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