“L’Italia farà valere con determinazione le sue ragioni nell’intento di addivenire ad una soluzione positiva della vicenda”: arriva nella sera del 26 luglio la reazione della Farnesina alle ultime notizie arrivate da New Delhi nel corso della giornata. La città indiana ha deciso di dare battaglia nell’udienza del 10 agosto al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) di Amburgo, quando sarà esaminata la richiesta italiana di misure cautelari a favore dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori keralesi nel febbraio 2012 mentre erano in servizio antipirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie. Secondo la stampa indiana, nella seduta che durerà due giorni, l’India contesterà la competenza del tribunale ad occuparsi del caso, si opporrà alle misure cautelari (il rientro di Girone in Italia, la permanenza di Latorre in patria) e rivendicherà la sua giurisdizione sulla vicenda.

La Farnesina ricorda che la procedura arbitrale avviata dall’Italia ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare è vincolante per l’India, che ha già comunicato la nomina del proprio arbitro nei termini e nei tempi previsti. A difendere le ragioni dell’Italia nell’udienza di Amburgo sarà l’equipe giuridica anglo-italiana guidata da Sir Daniel Bethlehem e Sir Michael Wood, entrambi in passato consiglieri giuridici del Foreign Office britannico e massimi esperti di diritto internazionale marittimo.

In una dichiarazione al quotidiano The Hindu, l’Additional Solicitor General indiano P.S. Narshima ha rivelato la strategia del suo governo. “Davanti all’Itlos – ha spiegato il magistrato – noi sottolineeremo che solo l’India ha la giurisdizione per processare i reati commessi nel Paese e che il Tribunale non può interferire in questo”. “L’India – ha aggiunto – sosterrà anche che l’Italia non ha esaurito tutte le procedure locali a disposizione, un requisito necessario prima di presentare istanze all’organismo di Amburgo”.  Infine, New Delhi obietterà che “non vi sono circostanze stringenti tali da richiedere qualsiasi adozione di misure provvisorie” nel caso che coinvolge Latorre e Girone.

Non sono da escludersi sorprese da parte indiana, perché non è prassi comune che una parte espliciti in anticipo la strategia difensiva, perdendo così l’effetto sorpresa. Nel complesso insomma la sensazione degli analisti a New Delhi è che l’India non stia facendo resistenza all’iniziativa presa dall’Italia presso la Corte permanente di arbitrato dell’Aja, per cui i tempi usualmente previsti per questo tipo di procedure dovrebbero essere rispettati. Nella storia dei contenziosi internazionali, peraltro, solo Cina e Russia, per ragioni diverse, hanno manifestato resistenze agli organi giudiziari internazionali, non l’India.

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