L’offerta di certo non manca: ci sono accendini, piccoli busti, manganelli, borsellini e persino bottiglie di vino. Tutti rigorosamente marchiati con il volto di Benito Mussolini e con simboli e scritte riconducibili al fascismo o al nazismo. A Rimini sono decine i negozi di souvenir che, tra le altre cose, espongono gadget dedicati ai nostalgici. Anche per questo pochi giorni fa il sindaco Pd, Andrea Gnassi, ha chiesto al Parlamento di emendare la Legge Scelba, che prevede il reato di apologia di fascismo, per vietare il commercio di questi oggetti. Proposta che però i negozianti rispediscono al mittente: “Una cavolata, il fascismo fa parte della storia d’Italia, del nostro passato. Qui non si tratta di apologia”. Alcuni non nascondono una certa simpatia per Mussolini. “Ha fatto anche cose buone, magari ci fosse ora“. Anche se per molti è soprattutto una questione di affari, e non di politica. “Li tengo perché c’è offerta: i turisti li chiedono e li comprano”, spiega Maurizio Serpieri, dietro il bancone del suo negozio “Le cose belle”. “Non ci vedo niente di male. Si tratta di vendita, nient’altro”. L’oggetto più richiesto ? “Il portachiavi: costa poco e molti lo regalano. I più fanatici invece comprano il busto o la statuetta”
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