Lo status symbol dell’estate 2015 non si misura in pollici dell’iPhone, o in piedi della barca a vela, ma in gradi Celsius. Quelli ottenuti con il condizionatore d’aria nella propria abitazione. Spalleggiati da Caronte, i più esperti sciorinano:”Ho meno di 20 gradi in casa. Stanotte ho dormito con la copertina” manco fossero Linus o al Sestriere. I supermercati che un tempo venivano consigliati per offrire una pausa refrigerante, dovrebbero offrire un servizio loden, per le persone che entrano sudate.

E’ la stessa estate in cui, dalle pagine di Laudato Si’, l’enciclica/invocazione di Francesco, si esorta a un’ecologia integrale. Il nostro bisogno di dipendenza da un oggetto, un totem, è sempre più forte, quasi quanto il distacco da tempi e ritmi naturali. Al titolo Ethical living, su Internazionale (pag.98) di questa settimana si cita il giornale ambientalista online Grist che suggerisce per combattere la canicola: chiudere le finestre nelle ore di luce e aprirle la notte, aggiungere tende esterne, ventilatori a soffitto, non usare forni o asciugacapelli, appendere un lenzuolo umido davanti alla finestra, raffreddare i polsi, riposare su di un’amaca o semplicemente ‘spensierarsi’ come mi suggerisce Lili su Fb. Poi se proprio non ce la fate, 25 gradi, senza copertina, potrebbero bastare.

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