Oltre 8 milioni di euro di stipendi versati a consiglieri regionali che, di fatto, hanno smesso di svolgere le proprie funzioni da mesi. Anche questi numeri fanno parte del bilancio finale delle elezioni regionali che un mese fa hanno portato al voto gli aventi diritto di 7 regioni italiane. In alcuni casi, come nelle Marche, il periodo di inattività limitato e il ristretto numero di consiglieri ha arginato le perdite fino a una cifra di circa 155mila euro. Ma nelle grandi regioni, come Toscana, Campania e Puglia, gli stipendi ai consiglieri “inattivi” hanno sfiorato i due milioni di euro.

Nessun imbroglio o illecito: questo spreco di denaro pubblico trova spiegazione esclusivamente nelle lungaggini dovute all’organizzazione delle elezioni e al passaggio di consegne dopo il risultato elettorale. Nel caso di maggior “spreco”, in Toscana, si vede che i mesi di inattività dei membri dell’assemblea sono addirittura tre. L’ultima riunione a Palazzo Panciatichi, si legge sul sito dell’ente, risaliva infatti al 28 marzo mentre la prima della nuova consiliatura è stata il 26 giugno. Solo quel giorno i vecchi consiglieri hanno smesso di percepire il proprio stipendio. Un arco di tempo di 90 giorni, moltiplicati per i circa 600mila euro mensili spesi per gli stipendi dei consiglieri, durante i quali la Regione sborserà circa un milione e 800mila euro in emolumenti per membri del Consiglio che non svolgono più, di fatto, la propria attività.

Una cifra simile a quella pagata dalla Regione Toscana viene sborsata dalla più piccola, ma non molto più “economica”, Liguria che, con i suoi 40 consiglieri inattivi per tre mesi, per la precisione dal 26 marzo al primo luglio, vedrà uscire per tre volte dalle proprie tasche il totale dei compensi mensili, pari a 502mila euro. Totale: oltre un milione e mezzo di soldi pubblici nelle tasche degli ormai ex consiglieri.

Campania e Puglia hanno invece limitato la propria inattività rispettivamente a 2 mesi e mezzo e 50 giorni circa, anche se il risultato finale cambia di poco. I 61 consiglieri campani, infatti, costano alle istituzioni oltre 670mila euro al mese che, per i due mesi e mezzo di inattività, fanno salire la spesa a circa 1,7 milioni di euro. I “soli” 50 giorni di inattività del consiglio pugliese, invece, non riescono comunque a limitare l’esborso della Regione che si trova a dover stipendiare ben 70 consiglieri, per costi che toccano i 770mila euro al mese e che, in quasi due mesi, fanno oscillare la spesa totale tra gli 1,3 e gli 1,4 milioni di euro.

Tra i meno costosi troviamo, invece, i consiglieri del Veneto che, nonostante i suoi 70 consiglieri, si sono riuniti in Assemblea fino al 6 maggio, ad appena 25 giorni dalla chiamata alle urne, limitando così la spesa che, nel giorno del cambio di legislatura, dovrebbe rimanere inferiore al milione di euro. Sarà così anche per la Regione Umbria che, con solo 31 consiglieri che percepiscono uno stipendio medio da 10.500 euro al mese ciascuno e l’attività che è cessata con il consiglio del 4 maggio, vedrà uscire dalle proprie casse poco più di 500mila euro prima di arrivare all’insediamento dei nuovi membri dell’Assemblea. I cittadini più “fortunati”, però, rimangono quelli delle Marche che, con 43 consiglieri in Regione e l’attività del consiglio cessata solo dieci giorni prima delle elezioni del 31 maggio, pagheranno soltanto 155 mila euro per il mese di inattività dei loro rappresentanti regionali.

Twitter: @ GianniRosini

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