Da ieri è tornato libero, dopo che il giudice di Roma gli ha revocato gli arresti domiciliari. Oggi, però, la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Gabriele Paolini, il più noto dei disturbatori televisivi, già coinvolto in un’inchiesta per prostituzione minorile, in cui erano state sequestrate alcune fotografie con adolescenti. Questa volta Paolini è accusato di violenza sessuale aggravata e interruzione del pubblico servizio: aveva costretto una giornalista del Tg1 ad interrompere la diretta televisiva, palpeggiandola continuamente. Si tratta della diretta andata in onda il 16 ottobre del 2011 da piazza San Giovanni a Roma.

Il procedimento nasce da una denuncia della stessa giornalista Rai: Paolini, dopo essersi avvicinato alla cronista avrebbe pure inveito nei confronti del direttore della Rai e gesticolato, facendo il segno delle corna, così da costringere la redazione, da studio, a interrompere il collegamento. Il filmato della diretta sarà mostrato in aula il prossimo 10 novembre quando il gup Anna Maria Gavoni dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno l’indagato.

Già condannato a sei mesi per molestie nei confronti di tre giornalisti Mediaset, Paolini era stato arrestato il 10 novembre del 2013 dai carabinieri della Capitale: era accusato di aver pagato ragazzi minorenni per fare sesso con loro. “Siamo fidanzati da otto mesi. Ci amiamo, mi ha presentato anche sua madre e lui ha conosciuto i miei”, era stata l’autodifesa del disturbatore televisivo, accusato di induzione della prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico. Il 24 ottobre scorso il gup Donatella Pavone lo ha rinviato a giudizio dopo avere respinto la richiesta di rito abbreviato.

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