Rescissione consensuale, con una transazione economica che accontenta entrambe le parti. Così Fabio Capello non è più il commissario tecnico della nazionale russa, al suo posto con tutta probabilità Leonid Slutsky, attuale allenatore del Cska Mosca, ex portiere che a 19 anni dovette abbandonare il calcio dopo essere caduto da un albero cercando di salvare un gatto. Finisce quindi dopo tre anni il rapporto, mai troppo felice, tra Capello e la federcalcio russa, con la squadra al terzo posto nel girone di qualificazione a Francia 2016 con 8 punti, dietro a Svezia (12 punti) e Austria (16). Dopo le prime frizioni al disastroso Mondiale di Brasile 2014, eliminato al girone eliminatorio dopo due pareggi con Corea del Sud e Algeria e la sconfitta con Belgio, gli stipendi non percepiti e le lotte di potere in seno agli oligarchi tra chi non lo voleva più a Mosca e chi tirava fuori i soldi di tasca propria per tenercelo, il brutto sentiero di qualificazione europea ha sancito un divorzio che era nell’aria nonostante il contratto fino al 2018, quando proprio in Russia si giocheranno i Mondiali.
“La Federazione vuole sinceramente ringraziare Fabio Capello per il suo lavoro da c.t. e gli augura successo nella sua carriera futura – è scritto nel comunicato diffuso dalla federcalcio russa Rfu. Capello, a sua volta, ringrazia per l’aiuto e il sostegno sentito nel corso degli anni. Capello è anche grato ai giocatori per aver lavorato insieme, e ai tifosi per il supporto sincero”. Un comunicato che è potuto arrivare solo dopo una lunghissima trattativa tra la federcalcio e l’entourage di Capello per sistemare le pendenze economiche e stabilire la buonuscita. Con un contratto monstre da 8 milioni di euro l’anno, rinnovato proprio dopo il disastroso Mondiale e che ne faceva il ct più pagato al mondo, Capello avrebbe voluto dalla Rfu i 24 milioni circa che gli sarebbero spettati fino alla naturale scadenza dell’accordo. Ma dalla Russia fanno sapere che si sarebbe trovata una mediazione per una buonuscita complessiva intorno ai 15 milioni di euro.
Dopo quattro scudetti e una Coppa Campioni al Milan, uno storico alla Roma, altri due (anche se revocati per Calciopoli) alla Juve, nel 2007 Fabio Capello vince il suo secondo campionato al Real Madrid. E’ il sigillo di una carriera eccezionale, che ne fa uno dei tecnici più vincenti e apprezzati nel panorama internazionale, ma è anche l’ultimo trionfo. Da allora, non vince più nulla. Da allora, la non positiva esperienza sulla panchina inglese (2008-12, con un misero ottavo di finale raggiunto a Sudafrica 2010) e quella ancora meno felice su quella russa (2012-15, con l’eliminazione precoce a Brasile 2014) non gli hanno regalato gioie sportive ma oltre 20 milioni sul conto in banca. A cui vanno aggiunti i 15 pattuiti oggi con la federcalcio russa. A 69 anni però non è detto che il tecnico friulano scelga una dorata pensione: come amava ripetere il suo collega Alex Ferguson “la pensione dovrebbero darla ai giovani che possono trovare nuovi interessi, quando sei anziano in pensione non ci vuoi andare”.
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