“La sua vacanza è stata cancellata. Provvederemo a rimborsarle quanto speso per il suo viaggio”. Questa comunicazione è stata ricevuta la mattina del 10 luglio da migliaia di britannici che avevano acquistato un pacchetto di viaggio verso la Tunisia. Il Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, del resto ha sconsigliato ogni partenza “non fondamentale” verso il Paese nordafricano, dopo la strage di Sousse del 26 giugno scorso, quando il terrorista   Seifeddine Rezguera, 23 anni, ha ucciso 38 persone di cui 30 turisti provenienti proprio nel Regno Unito. La Tunisia rischia di piombare nel caos ancora di più ed ecco che arriva l’avviso – che suona più come un ordine – del governo britannico. Come conseguenza, Thomson (il tour operator con il quale quei turisti uccisi a Sousse erano andati nel resort della strage) e tante altre organizzazioni per le vacanze hanno nelle ultime ore cancellato migliaia di viaggi programmati per le prossime settimane, provvedendo anche al rimpatrio del personale di stanza in Tunisia. Qualche compagnia ha anche offerto l’opzione, per migliaia di persone, di riprenotare verso altre destinazioni. Tutte hanno garantito l’eventuale rimborso del denaro speso.

“Abbiamo cancellato ogni volo verso la Tunisia per la stagione estiva fino al 31 ottobre incluso – ha confermato Thomson – e al momento non abbiamo turisti in Tunisia. Come misura precauzionale abbiamo anche deciso di rimpatriare tutto lo staff britannico di Thomson e First Choice (società controllata, ndr) entro le prossime 24 ore”. Dal tour operator anche un’ulteriore conferma: “I nostri clienti che dovevano viaggiare verso la Tunisia potranno scegliere se cambiare le loro vacanze senza alcun sovrapprezzo verso le destinazioni al momento in vendita. E programmeremo dei voli ulteriori verso le Baleari, la Spagna continentale e Cipro. Inoltre, chi sceglierà questi nuovi voli avrà uno sconto di 50 sterline e, se nessuna di queste opzioni sarà gradita, rimborseremo il prezzo dell’intera vacanza”.

Dallo scorso 4 luglio, del resto, la Tunisia ha messo nuovamente in vigore lo stato di emergenza. Nonostante tutto, dopo l’annuncio del ministero degli Esteri britannico, nella giornata del 10 luglio alcune critiche sono arrivate dal governo del Paese nordafricano. Lo stesso premier Habib Essid ha annunciato una telefonata al primo ministro britannico David Cameron, per esprimere le sue rimostranze. “Abbiamo fatto tutto quello che possiamo per proteggere gli interessi dei cittadini britannici”, ha detto Essid, ma evidentemente a Londra queste misure di sicurezza, come una polizia turistica armata già introdotta, non bastano. Circa tremila turisti del Regno Unito sono ancora nei resort della Tunisia, insieme ad altri circa 300 viaggiatori indipendenti. Ma Londra è stata chiara: secondo le regole internazionali ora le assicurazioni di viaggio non sono più applicabili, tutti sono stati invitati a tornare in Gran Bretagna il prima possibile e chi vorrà andare in futuro nel Paese dovrà contattare il Foreign Office e fornire le dovute garanzie e spiegare il motivo di tale decisione.

Vacanze sospese o ritardate, quindi, per tanti turisti britannici. Rachael Williams, un’esperta di marketing londinese che aveva in programma di partire per la Tunisia nella seconda metà di luglio, commenta con ilfattoquotidiano.it: “Non sono arrabbiata, però sono molto delusa perché il tour operator al quale mi ero rivolta (un’agenzia di viaggi che opera online, ndr) ha aspettato fino all’ultimo minuto per avvertirmi. Il problema è che ora tutte le destinazioni per famiglie sono al completo e io devo andare in vacanza con le mie figlie. Ho trovato dei pacchetti ancora disponibili, ma costano tre volte in più della vacanza che avevo comprato e questo tour operator non mi garantisce una prenotazione allo stesso prezzo ma solo il rimborso di quanto speso. Ora non so esattamente dove andare – ha concluso – e forse opterò in Croazia. Ma di certo non in un Paese musulmano: sono momenti troppo caldi”.

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