Da piccola capitale della Food Valley, Parma ora aspira a diventare “città creativa per la gastronomia” dell’Unesco. La commissione nazionale italiana per l’organizzazione internazionale ha infatti scelto di candidare il capoluogo emiliano per il Network Città Creative dell’Unesco, un progetto che ha l’obiettivo di rafforzare la cooperazione con le città che hanno fatto della creatività culturale un elemento strategico di sviluppo economico, al punto da essere riconosciute per le loro tipicità anche in un contesto globale.

La lista Unesco al momento conta 69 città di 32 Paesi diversi e finora a ricevere il riconoscimento in Italia sono state tre città, tutte in settori diversi: Bologna per la musica, Torino per il design e Fabriano per la folk art. Parma è invece la prima città italiana a essere candidata nella categoria gastronomia, dove il network è ora formato da altri otto capoluoghi di tutto il mondo, dal Sud America all’Asia. Nell’elenco ci sono Popayßn (Colombia), Chengdu (Cina), Östersund (Svezia), Jeonju (Sud Corea), Zahle (Libano), Florianópolis (Brasile), Shunde e Tsuruoka (Giappone).

Agli iscritti è richiesto, per il campo gastronomia, di rispettare le caratteristiche di uno sviluppo sostenibile coniugato al rispetto delle tradizioni del settore alimentare. Entro la fine dell’anno si saprà se la lista si potrà allungare anche con il nome di Parma, che diventerebbe a quel punto la prima città italiana a rientrare ufficialmente nel settore culturale della gastronomia. L’11 dicembre 2015 infatti, dopo il negoziato internazionale, è atteso il verdetto sui nuovi ingressi nel progetto Unesco.

La candidatura della città ducale era stata promossa lo scorso maggio dal Comune di Parma in collaborazione con l’Università e l’associazione Cheftochef presieduta da Massimo Spigaroli, e con il sostegno della Regione Emilia Romagna e di importanti realtà locali, tra cui la scuola di cucina Alma, Efsa, Academia Barilla e i Consorzi del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto e dei vini di Parma. La comunicazione della candidatura internazionale è arrivata al sindaco da Giovanni Puglisi, rappresentante della Commissione italiana, che ha elogiato il dossier presentato dal Comune “per il grande lavoro di coordinamento tra la sua amministrazione e tutti gli enti, le associazioni e le organizzazioni radicate sul territorio”, che ha convinto il consiglio direttivo ad appoggiare all’unanimità Parma come città creativa Unesco per la gastronomia. Fino all’ultimo la scelta era stata con Alba, che però alla fine è stata superata dal capoluogo emiliano.

La prossima tappa sarà la presentazione ufficiale nella sede internazionale di Parigi il 15 luglio e poi si attenderà l’esito finale. Entrare nella lista, ha detto il giurista Pier Luigi Petrillo, incaricato al negoziato, “significa ottenere un riconoscimento mondiale per le produzioni tipiche agro-alimentari, potendo così sviluppare  percorsi volti a valorizzare il made in Italy”. Soddisfatto della nomination il sindaco Federico Pizzarotti, che ha sottolineato come il risultato sia la prova che la sua amministrazione sta lavorando per Parma: “Questa  ufficializzazione della nostra candidatura ad un riconoscimento così prestigioso – ha commentato – è per noi motivo di orgoglio, pur nella consapevolezza che l’obiettivo finale è ancora da conquistare, ma rende anche giustizia ad una città che non è in declino come molti si ostinano ad affermare ed è anche la migliore risposta a chi ci accusa di non avere progettualità. E’ il segno che insieme possiamo andare lontano”.

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