Un lettore rimasto disoccupato lo scorso maggio mi ha scritto per segnalarmi un problema particolarmente importante, cui la stampa e i media nazionali non hanno riservato particolare spazio. Si tratta della Naspi, il nuovo ammortizzatore sociale introdotto con il Jobs Act. Perché, nonostante le norme siano entrate in vigore da più di due mesi, i lavoratori licenziati che ne hanno fatto richiesta, attualmente, non godono ancora di alcun sussidio e, a quanto sembra, non riusciranno a percepirlo entro tempi celeri.

Licenziata i primi di maggio, questa persona si presenta il giorno seguente a un patronato per richiedere il nuovo sussidio di disoccupazione e il giorno successivo la domanda viene inviata. Aspetta qualche settimana ma, a distanza di un mese, non ricevendo alcun riscontro, telefona al call-center dell’Inps che inizialmente, a causa di problema con il sistema, non riesce nemmeno a riscontrare la domanda. Vengono svolte alcune ricerche e, finalmente, questa persona riesce a sapere che la domanda è stata presentata correttamente, ma deve essere ancora “caricata”.

Passano circa due settimane e questa persona, facendo il login della propria area riservata, scopre che la pratica è ancora in attesa di istruttoria. In attesa di istruttoria… che significa? Molto semplice: che dovrà passare ancora del tempo prima che la domanda venga elaborata.

A questo punto contatta l’Inps per chiedere lumi; la Pubblica amministrazione dovrebbe elaborare la richiesta nell’arco di un mese, ma gli viene risposto che si è ancora in attesa dei programmi di liquidazione della Naspi.

Chiama quindi il patronato e sapete cosa gli dicono? Gli dicono di aver ricevuto una comunicazione in via ufficiosa da parte dell’Inps che confermava il blocco delle elaborazioni delle domande e che il programma non sarebbe stato distribuito se non a partire dal 15 luglio 2015, praticamente dopo due mesi e mezzo dalla data del licenziamento. Tutto questo viene anche confermato dalla Sede nazionale dell’Inps che, con un messaggio pubblicato il 25 giugno scorso, evidenzia, nero su bianco, che: ‘“La procedura di liquidazione della NASpi sarà rilasciata in versione definitiva per tutte le strutture territoriali entro il 15 luglio 2015”. Il che potrebbe significare che fino al prossimo 15 luglio le strutture territoriali dell’Istituto non avranno la possibilità di definire le domande di Naspi presentate a maggio.

Speriamo di no, ma secondo voi, se la definizione di queste domande è prevista a partire dal prossimo 15 luglio, la gente licenziata a maggio, considerate le ferie estive e la cronica carenza di organico in cui versa la pubblica amministrazione, quando riuscirà ad essere pagata? Potrebbe essere molto difficile, se non addirittura impossibile, che l’Inps provveda alla liquidazione di quei soldi in tempi accettabili in prossimità di un periodo del genere. Ma, soprattutto, qualcuno se ne sta preoccupando?

Non è accettabile che vi siano persone licenziate che si trovino costrette, non solo a non essere in molti casi liquidate dalle aziende perché in crisi, ma anche a sopportare lungaggini burocratiche di questo tipo da parte della Pubblica amministrazione e di uno Stato che dovrebbe garantire la tutela e protezione sociale dell’individuo.

Considero importante raccontare questa storia, non solo e non tanto perché il 15 luglio è quasi alle porte, ma soprattutto per sollevare una questione che riguarda persone e credo meriti una certa attenzione da parte del governo che, sì certo, potrà fare anche grandi ragionamenti di sistema, ma non può permettersi, per nessun motivo al mondo e soprattutto in questo momento storico, alcun ritardo rispetto all’erogazione di un sussidio vitale per chi rimane disoccupato.

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