Il maxi rilancio in extremis è servito: la Fondazione Fiera ha scelto lo stadio del Milan per riqualificare la zona dell’ex fiera campionaria. Un sogno che si avvera per il club rossonero, dopo oltre sei mesi di attesa e un testa a testa con il progetto Milano Alta di Vitali. L’ha spuntata Silvio Berlusconi con una rimodulazione dell’offerta: tra affitto e bonifiche il Milan ha messo sul piatto 42,5 milioni di euro in più, ribaltando quella che sembrava dovesse diventare una sconfitta cocente. Per la Fondazione Fiera è stata una decisione lunga e combattuta, arrivata dopo un rinvio a fine giugno e un nuovo slittamento da lunedì a martedì sera.

Alla fine, il Milan avrà il suo nuovo stadio. Pensato e fortemente voluto dall’ad Barbara Berlusconi, l’impianto sarà uno stadio urbano, immerso nel verde e in parte interrato e pronto ad accogliere 45mila spettatori. Sorgerà di fronte a Casa Milan, la nuova casa del club inaugurata poco più di un anno fa. I rossoneri si occuperanno degli interventi di bonifica del sottosuolo – si scaverà fino a 20 metri di profondità – per una spesa prevista tra i 15 e i 20 milioni di euro e pagheranno un affitto per il suolo pari a 3,95 milioni per 50 anni per un totale di spesa di 217,5 milioni ai quali bisogna aggiungere l’investimento per la costruzione della struttura che dovrebbe aggirarsi attorno ai 230 milioni. Una spesa corposa che ha permesso al Milan di superare il gruppo bergamasco Vitali, intenzionato a realizzare un percorso ciclopedonale e un polo per start up versando in totale 185 milioni alla Fondazione.

Mentre era già fuori dai giochi il progetto del gruppo Prelios che però, secondo quanto riportato da Milano Finanza, starebbe valutando l’opportunità di presentare un ricorso e “si sarebbe concentrato – scrive MF – sulle modalità di scelta delle proposte effettuate dai tre pretendenti nelle scorse settimane” facendo perno “sull’illegittimità del metodo di valutazione e individuazione delle offerte”. L’iter amministrativo passa ora nelle mani del Comune che dovrà fare i conti anche con le proteste dei residenti, contrari alla costruzione dello stadio urbano in una zona già congestionata dal traffico. Il comitato No Stadio ha già più volte manifestato il proprio dissenso, avanzando il rischio di “deprezzamento degli immobili” e “peggioramento della qualità della vita”. Turbolenze ci sono anche all’interno del Pd milanese, tanto che lo stadio potrebbe diventare uno dei temi della campagna elettorale del prossimo anno, proprio quando – secondo le intenzioni del club – dovrebbero iniziare i lavori, da completare entro la stagione 2018/19.

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