Papa Francesco è tornato nella sua America latina. Dopo 13 ore di volo, Bergoglio è arrivato in Ecuador, prima tappa del suo nono viaggio internazionale, il più lungo del pontificato, a cui seguiranno la Bolivia e il Paraguay. Subito il primo bagno di folla per il Papa negli ultimi otto chilometri percorsi in papamobile del tragitto dall’aeroporto di Guayaquil alla nunziatura apostolica di Quito. Al presidente Rafael Correa, che lo ha accolto alla scaletta dell’aereo, Francesco ha subito spiegato che “oggi anche noi possiamo trovare nel vangelo le chiavi che ci permettono di affrontare le sfide attuali, apprezzando le differenze, promuovendo il dialogo e la partecipazione senza esclusioni, affinché i passi avanti in progresso e sviluppo che si stanno ottenendo garantiscano un futuro migliore per tutti, riservando una speciale attenzione ai nostri fratelli più fragili e alle minoranze più vulnerabili”. Per questo scopo il Papa ha ribadito a Correa che “potrà contare sempre sull’impegno e la collaborazione della Chiesa”.

Bergoglio trascorrerà due giorni in ognuno dei tre Paesi che visiterà e in ciascuno farà tappa in due città: Quito e Guayaquil in Ecuador, Asuncion e Santa Cruz in Bolivia e Asuncion e Caacupè in Paraguay. In Ecuador saranno persino sospese le telenovelas durante le due messe che il Papa celebrerà nel Paese. Tantissimi i temi che il Papa affronterà nei 22 discorsi che terrà in spagnolo: dalla salvaguardia dei paesaggi naturali dell’America latina, alla ricerca di una pace e di una giustizia sociale che siano rispettose dei diritti di tutti, soprattutto dei più poveri; dal riconoscimento della dignità di ogni persona, al rispetto dell’identità culturale di ogni Paese contro la tendenza della globalizzazione a uniformare tutto.

Un viaggio, il secondo di Bergoglio nella sua America latina dopo quello in Brasile nel 2013, che rischia già di passare alla storia per il mate di coca che sarà offerto al Papa in Bolivia per combattere i problemi derivanti dall’altitudine dell’aeroporto di El Alto a La Paz a oltre 4 mila metri. “Sono al corrente dei vari metodi per reagire al mal di montagna – ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi – ma non so cosa farà il Papa. Di solito Francesco è contento di partecipare a queste forme di condivisione, quindi non mi stupirei se bevesse la tisana di foglie di coca”.

Twitter: @FrancescoGrana

Articolo Precedente

Cronache dal Niger – Le graziose notti di Niamey

next
Articolo Successivo

Egitto, dalle proteste alla prigione: la ‘generazione carcere’

next