Il Comitato Olimpico ha reso nota la lista degli sport ammessi a fare domanda per entrare nel programma delle Olimpiadi di Tokyo 2020. La decisione finale su quale disciplina passerà, non sarà presa prima dell’agosto 2016. Favoriti il baseball e il softball, che sarebbero dovute entrare già a Rio 2016 ma giustamente hanno perso la corsa contro la lotta (nelle sue versioni olimpiche di libera e greco-romana) al termine della più assurda saga sportiva del Cio, che aveva inizialmente eliminato dal programma olimpico lo sport più rappresentativo delle Antiche Olimpiadi, salvo poi farlo rientrare dalla finestra come nuovo sport.
Detto che a Rio 2016 ci saranno anche il rugby, nella sua curiosa e poco praticata versione “a sette”, e il golf, gli altri sport che hanno passato la prima scrematura del Cio per il 2020 sono: il bowling, l’arrampicata, il pattinaggio a rotelle (nelle versioni hockey e artistico) e lo squash. Poi due arti marziali come il karate (che a differenza del judo, che fece il suo esordio sempre a Tokyo nel 1964, non si è mai visto ai Giochi) e il wushu, altrimenti noto come kung-fu. Dato che il Cio ha spiegato che le discipline che saranno scelte per le Olimpiadi giapponesi dovranno “servire come forza trainante per promuovere il movimento olimpico e i suoi valori, specialmente tra i giovani”, e dovranno anche “aggiungere valore ai Giochi riflettendo la visione di Tokyo 2020, con un particolare riferimento quindi alla popolazione giapponese e a un nuovo pubblico”, ecco che proprio le due arti marziali, insieme ai diffusissimi baseball e softball, dovrebbero essere i prescelti.
Se l’arrampicata era già stata inserita dal Cio come sport “dimostrativo” alle ultime Olimpiadi giovanili di Nanjing, il surf conta sulla promozione e diffusione tra i giovani e lo squash è da diversi anni che si candida ed è sempre in procinto di entrare, risulta piuttosto curiosa la decisione di fare passare le selezioni al bowling. Affiliata al Cio dal 1979 la federazione internazionale del bowling Fiq (Fédération Internationale des Quilleurs) si vanta di poter contare oltre a 134 federazioni nazionali associate, con  più di 100 milioni di partecipanti. E pazienza se al grande pubblico sembra più uno svago da film tipo Il Grande Lebowski.
Ma più assurda di quella del bowling, o perlomeno altrettanto, era stata la domanda presentata da altre discipline, più o meno sportive, che non hanno passato questa prima scrematura del Cio. Tra i vari nomi, erano infatti presenti alcune discipline – il biliardo (nella versione britannica dello snooker), il bridge, gli scacchi, l’orienteering (le corse di orientamento nei boschi con mappe e stazioni), il frisbee e addirittura il tiro alla fune – che è più facile immaginarsi in luoghi come le sale giochi, le osterie, il salotto o il parchetto sotto casa che non ai Giochi, affiancati agli sforzi di Usain Bolt che corre i cento metri o di Renaud Lavillenie che salta con l’asta.In effetti, il solo fatto che il tiro alla fune abbia avanzato domanda, dovrebbe bastare a rendere l’idea di quanto lo spirito olimpico si sia venduto al marketing dell’assurdo. Eppure, la federazione internazionale di tiro alla fune, che si chiama Twif (Tug of War International Federation), è riconosciuta dal Cio e può contare su ben 53 federazioni nazionali affiliate. Inoltre la Tug of War è descritta nell’Oxford English Dictionary in modo abbastanza ridondante come “la battaglia decisiva, lo scontro ultimo, la sfida per la supremazia assoluta”. Per chi fosse interessato a settembre 2015 organizza gli Europei Outdoor in Nord Irlanda, nel 2016 i Mondiali Indoor in Olanda e nel 2017 gli International World Games in Polonia. Il bridge è invece l’unico gioco di carte al mondo riconosciuto come “sport”, anche se la Wbf (World Bridge Federation) non è affiliata al Cio e organizza da sé i suoi tornei e le sue Olimpiadi. Non sono affiliate al Cio nemmeno le federazioni di orienteering, con la Iof (International Orienteering Federation) nata nel 1961 e arrivata a contare 73 federazioni nazionali iscritte, e di frisbee, dove la Wfdf (World Flying Disc Federation) è nata solo nel 1985 ma raccoglie già oltre cinquanta federazioni nazionali. E’ invece stata ammesse al Cio, nel 1999 la federazione di scacchi Fide (Fédération Internationale des Échecs) che conta 158 associati. Insomma, alla fine sono da considerare sport anche questi. E allora perché non tifare che a Tokyo 2020 possa gareggiare sulla pista da bowling anche l’immenso Jeffrey “Drugo” Lebowski.

Twitter @ellepuntopi

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