Diciassette ordinanze di custodia cautelare che decapitano il clan Rinzivillo, la cosca mafiosa predominante a Gela, in provincia di Caltanissetta. L’operazione condotta dalla squadra mobile di Caltanissetta e dal commissariato di Gela, ha portato anche al sequestro di una massiccia quantità di stupefacenti. I diciassette uomini arrestati sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi. Il clan dei Rinzivillo aveva creato da tempo un asse con i catanesi della famiglia Laudani-Cappello: un’alleanza che garantiva la gestione quasi in esclusiva dello spaccio di stupefacenti nella Sicilia orientale. Già nel 2012, esponenti di spicco del clan gelese erano stati catturati nell’operazione battezzata “Tetragona”, mentre nel 2006 la cosca era stata colpita da 88 ordinanze di custodia cautelare.

È una famiglia importante quella dei Rinzivillo, che aveva iniziato a imporsi con la “mattanza” degli anni Ottanta: nella guerra di mafia gelese erano stati 120 i cadaveri rimasti sull’asfalto. Poi, grazie all’alleanza con il clan degli Emmanuello, i Rinzivillo avevano scalato posizioni nelle gerarchie di Cosa Nostra nissena. Dopo la morte del boss Daniele Emmanuello, ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia nel 2007, la cosca dei Rinzivillo aveva conquistato il bastone del comando a Gela.

Da anni poi la famiglia mafiosa gelese ha costruito “cellule” anche fuori dalla Sicilia: a Roma, dove i Rinzivillo hanno stretto un’alleanza con i camorristi dei Bardellino, e in Lombardia, dove si dividono il territorio con la ‘Ndrangheta.

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