Le famiglie degli ostaggi americani in mano ai terroristi islamici non verranno più perseguite penalmente dal governo federale statunitense se cercheranno di pagare il riscatto per la liberazione dei loro parenti, anzi potranno anche essere sostenuti dalla stessa amministrazione. Lo riporta il New York Times.

Si tratta di una vera e propria svolta nel panorama delle modalità di pagamento dei riscatti per salvare la vita a cittadini americani. Il quotidiano con sede a New York fa trapelare che l’annuncio ufficiale arriverà nelle prossime ore direttamente da Barack Obama.

Il presidente americano, secondo il Nyt, si prepara a firmare una “direttiva presidenziale e un ordine esecutivo” anche per mettere in chiaro che “la politica federale che vieta di fare concessioni ai sequestratori non cambia”, ma al tempo stesso “il governo potrà comunicare e negoziare con coloro che tengono in ostaggio cittadini americani o aiutare le famiglie che cercano di ottenere la liberazione dei loro cari sequestrati”.

La scelta dell’amministrazione federale, arriva probabilmente anche per sedare le polemiche – mai sopite in patria e rilanciate con forza dai repubblicani – in particolare riguardo il caso dell’uccisione di James Foley, giornalista americano rapito nel nord della Siria nel 2012 e decapitato il 19 agosto 2014 da un terrorista dello Stato islamico. Sulla vicenda, il Pentagono riferì di un blitz delle forze speciali fallito e, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e New York Times, di un mancato pagamento di 100 milioni di dollari da parte del governo americano.

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