Un mese dopo l’annuncio di un aumento degli esuberi, Whirlpool fa marcia indietro. La multinazionale statunitense, secondo quanto riferito da fonti sindacali dopo un incontro al ministero dello Sviluppo economico, non chiuderà lo stabilimento di Carinaro (Caserta) e presenterà entro una settimana un nuovo piano industriale che preveda “missioni industriali”, vale a dire un futuro, per tutti i siti italiani. L’azienda ha anche comunicato che è in corso la ricerca di un soggetto industriale per la reindustrializzazione di Teverola e ha confermato l’impegno a non effettuare procedure unilaterali fino al 2018. Dei 1000 esuberi inizialmente previsti in Campania circa 500-600 potranno essere gestiti attraverso gli esodi incentivati, i trasferimenti e i prepensionamenti affidando a cassa integrazione e contratti di solidarietà gli altri lavoratori.

L’intervento dovrebbe prevedere lo spostamento a Carinaro della produzione di alcune componenti di elettrodomestici ora realizzate nel centro Europa, ma i dettagli non sono noti. Il leader Uilm Rocco Palombella ha parlato di “passo in avanti fondamentale” della trattative anche se “Whirlpool è stata vaga sugli occupati che tale attività concretamente produrrebbe. Per questo ci riserviamo di esprimere un giudizio definitivo solo dopo aver conosciuto i numeri“. Il segretario generale Fim Cisl, Marco Bentivogli, dopo il tavolo con l’azienda, ha detto che la concentrazione di attività su Carinaro necessiterà di un ulteriore piano di investimenti specifici ulteriori ai 530 milioni di euro già annunciati”.

Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha parlato di “un cambio di passo radicale”, “importanti aperture” e “salvaguardia dell’occupazione”, anche se il piano industriale sarà presentato solo il 23 giugno.

Whirlpool ha anche illustrato gli incentivi per i trasferimenti volontari: 32.000 euro per gli operai e 18.000 per gli impiegati. Per quanto riguarda i pensionabili con ammortizzatori sociali, è prevista una integrazione al 100% del reddito fino alla collocazione in pensione. Gli incentivi per le dimissioni di chi non ha possibilità di aggancio alla pensione saranno di 40mila euro per gli operai se firmano entro il 30 giugno per l’uscita entro un anno dalla firma e  30mila con firma tra 30 giugno 2015 e 30 giugno 2016. Chi esce dal primo luglio 2017 al 31 dicembre 2018 avrà un incentivo di 20mila euro. Bentivogli ha fatto sapere che analoghi importi saranno corrisposti in mensilità agli impiegati.

Articolo Precedente

Jobs Act, Cgil: “Controlli a distanza sono colpo di mano. Ora daremo battaglia”

next
Articolo Successivo

Jobs act, al via novità su collaborazioni: da stop ai co.co.pro a stabilizzazioni

next