Sui controlli a distanza siamo al colpo di mano“. E’ di nuovo scontro durissimo tra Cgil e governo sul Jobs Act, con la segretaria nazionale Serena Sorrentino che ha parlato di “punto di arretramento pesante” rispetto allo Statuto dei lavoratori per descrivere le novità introdotte con i decreti attuativi della riforma del lavoro. “Non solo daremo battaglia in Parlamento, ma anche “verificheremo con il garante della privacy se ciò si può consentire” ha aggiunto la Sorrentino.

Il punto di rottura con il governo, come detto, è arrivato con la revisione della disciplina dei controlli a distanza dei dipendenti, che ha di fatto modificato quanto previsto dallo Statuto dei lavoratori. Il decreto semplificazioni, infatti, permette il controllo a distanza senza necessità di un accordo sindacale ad hoc. Il datore potrà accedere a dati e conversazioni anche sui dispositivi personali del dipendente, se li usa per lavoro. Il lavoratore sorpreso a usarli per fini non lavorativi rischierà sanzioni disciplinari. Previsto il via libera anche al monitoraggio degli spostamenti.

“Non è mai stato detto che nel decreto ‘semplificazioni’ sarebbe entrata la norma sul controllo a distanza dei lavoratori” ha aggiunto Serena Sorrentino. A sentire la segretaria nazionale della Cgil, inoltre, in un qualsiasi tribunale italiano “si potrà invocare la raccomandazione che prevede limiti ferrei su qualsiasi tipo di controllo operato nei confronti dei dipendenti, sulla raccolta e l’utilizzo di tutti i loro dati personali”. Il nuovo statuto dei lavoratori, ha assicurato Sorrentino, “sarà l’occasione nella quale tutelare oltre le previsioni della legge 300 che difenderemo perchè sino ad oggi è stata efficace anche i risvolti derivanti dalla tutela della privacy rispetto ai cambiamenti tecnologici”.

Prima della Cgil, a lamentarsi era stata la Uil. “Non si capisce perché, ancora una volta, la deregolamentazione debba avvenire a vantaggio della sola impresa, lasciando il lavoratore privo di una tutela che solo la contrattazione gli può assicurare. Agiremo nelle sedi opportune per chiedere il cambiamento di questo provvedimento” ha detto Guglielmo Loy. Secondo il segretario confederale “la fattispecie del controllo a distanza dei lavoratori, derivante dall’uso che essi fanno dei nuovi strumenti tecnologici, è oggi efficacemente regolamentata dalla contrattazione aziendale o di settore”. E per questo motivo “il sindacato prende atto che la modernità e le nuove tecnologie possano determinare cambiamenti nelle relazioni tra i soggetti”. Detto questo, “non si capisce, però, perché, ancora una volta, questa deregolamentazione debba avvenire a vantaggio della sola impresa, lasciando il lavoratore privo di una tutela che solo la contrattazione gli può assicurare”.

Sulla stessa linea d’onda anche la Cisl. “Questo aspetto non va bene. Ci faremo ascoltare anche nelle Commissioni parlamentari” ha detto segretaria generale Annamaria Furlan in un’intervista a Rainews24. “Questa norma – ha aggiunto – deve essere cambiata ed è attraverso la contrattazione sui luoghi di lavoro, la contrattazione innanzitutto di prossimità che si devono gestire questi aspetti così delicati per la vita di un lavoratore e di una lavoratrice, ma anche per l’azienda”.

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