I carabinieri del nucleo investigativo si sono presentati con una richiesta di esibizione di documenti negli uffici comunali di piazza Liber Paradisus a Bologna martedì mattina e ci sono rimasti per alcune ore. La procura della Repubblica del capoluogo emiliano ha infatti aperto una inchiesta per turbativa d’asta riguardante il grande appalto di global service del valore di 157 milioni di euro, lo stesso vinto nei mesi scorsi da una cordata di imprese guidata dal bolognese Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni. L’appalto in questione affida al vincitore per i prossimi nove anni sia la manutenzione sia la cura del risparmio energetico di tutti gli immobili pubblici che fanno capo all’amministrazione comunale. Proprio per questo affidamento di più ambiti a un solo soggetto, il bando ora finito sotto la lente dei magistrati aveva vinto a inizio anno il prestigioso premio Klimaenergy award 2015.

Sull’inchiesta c’è molto riserbo da parte della procura di Bologna e l’unica cosa che si sa è che al momento è contro ignoti. Non è chiaro che cosa abbia attirato l’attenzione dei pm. “Non c’è nessun indagato del Comune di Bologna in gioco. Non sappiamo perché” la Procura abbia disposto “l’acquisizione di quei documenti”, ha spiegato il sindaco Pd Virginio Merola. “Noi collaboriamo con la magistratura”. Poi Merola ha concluso: “I motivi di questa indagine li sa la magistratura e noi li rispettiamo”.

L’assegnazione provvisoria dell’appalto a favore del Ccc (a capo di una rete temporanea di imprese costituita da Melegari, Montanari e Sapaba) era avvenuta ad aprile 2015, ma secondo quanto riportano le pagine locali del quotidiano la Repubblica, l’inizio dell’inchiesta della Procura potrebbe risalire a prima dell’aggiudicazione.

Nel 2012 venne a galla la notizia di un’altra inchiesta, sempre per turbativa d’asta, aperta dalla procura di Bologna (anche in quel caso, come adesso, la pm era Rossella Poggioli) su un’altra gara d’appalto global service indetta dall’amministrazione comunale nel 2007. Secondo la ricostruzione che fece allora la Procura, gli imputati, due funzionari del comune di Bologna avevano favorito il Ccc nell’assegnazione di un lotto global service. Ma nel luglio 2013 i due furono assolti dal giudice perché il fatto non costituisce reato.

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