A Ventimiglia è iniziato poco prima delle 8 del 16 giugno lo sgombero dei migranti che si trovavano sulla scogliera di Ponte San Ludovico e in una pineta nei pressi del confine francese. L’operazione è stata condotta da carabinieri e polizia. Ci sono stati momenti di tensione quando qualche migrante ha opposto resistenza passiva, gettandosi a terra. La situazione non è degenerata, ma alcuni stranieri sono stati portati via di forza, mentre tentavano di aggrapparsi a cartelli stradali e pali. Due sono anche stati fermati per resistenza a pubblico ufficiale. Altri hanno tentato di fuggire e sono stati inseguiti e bloccati. Altri ancora, nei pressi della scogliera, sono rimasti in piedi sul muretto che la separa dalla strada, protestando in direzione delle forze dell’ordine: “Dove sono i diritti umani?”, hanno gridato. Due agenti invece, hanno riportato contusioni e lievi ferite quando hanno sollevato di peso un ragazzo che ha opposto resistenza tirando qualche calcio.

Una parte dei migranti continua, al momento, a rimanere sugli scogli, qualcuno ha accusato malori ed è stato soccorso dalla Croce Rossa che ha fornito acqua e ha provveduto a ricavare delle zone d’ombra. Qui non sarebbe possibile un ulteriore intervento immediato in quanto gli stranieri hanno minacciato di gettarsi in acqua in caso di sgombero. Un’altra parte di immigrati invece, composta da una quarantina di persone, è stata fatta salire su un bus della Cri, in direzione della stazione, dove sono stati allestiti dei centri di accoglienza. Gli stranieri si trovano a Ventimiglia perché vogliono entrare in Francia, ma il confine è stato chiuso a Mentone, quindi si sono posizionati in riva al mare, dove hanno dormito tre notti prima dell’inizio dello sgombero. Su questa emergenza il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per l’immigrazione del Ministero dell’Interno sottolinea che “bisogna convincere con fatica e pazienza i migranti che non possono andare in Francia perché un accordo maledetto come quello di Dublino non lo permette”.

Lo sgombero arriva il giorno dopo le polemiche tra Italia e Francia. Il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve aveva detto che “i migranti non hanno diritto di passare, se ne deve fare carico l’Italia”, richiamando al rispetto delle regole di Schengen. A rispondergli era stato Matteo Renzi, secondo cui “le posizioni muscolari non aiutano. L’immigrazione è una vicenda complessa che si gestisce con la solidità di un Paese come il nostro che non può consentire alla Francia di avere navi nel Mediterraneo e lasciare i migranti in Italia. Nessun egoismo nazionale può chiudere gli occhi”.

I rapporti tra i due Paesi sul tema dell’immigrazione comunque, erano già tesi da qualche giorno. C’era già stato infatti, un altro botta e risposta, con la Francia che sosteneva di non aver mai sospeso Schengen e l’Italia che rispondeva che, in realtà, c’erano stati dei controlli non previsti dal trattato. Uno scontro, questo, in cui si era inserita anche l’Ue, con il commissario sull’Immigrazione Natasha Bertaud, che sosteneva che “tutti devono rispettare Schengen” e che la Commissione “è al corrente dei controlli alle frontiere di Francia, Austria e Svizzera” con l’Italia e “stiamo verificando” la situazione. L’Europa aveva anche risposto a Renzi, che aveva sostenuto di pensare ad un piano B nel caso in cui l’Ue non avesse manifestato alcuna solidarietà nei confronti della situazione italiana. Il commento dall’Ue era stato: “Non siamo a conoscenza di alcun piano B”.

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