Mi piacerebbe candidarmi qui a Ostia. Non credo che il M5S sarebbe disposto a propormi. Ma è l’unico che ha dimostrato finora di essere un partito pulito”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Ecg Regione Lazio, su Radio Cusano Campus, da Roberto Spada, accusato, per ora senza prove, di essere il reggente del clan Spada a Ostia. Spada, proprietario di un bar, nei giorni scorsi è stato nell’occhio del ciclone per un post pubblicato sul proprio profilo facebook e contenente l’annuncio di una sua prossima candidatura a presidente del X municipio. “Era solo un gioco all’inizio, come su facebook fanno tante altre persone” – spiega – “Poi la cosa è diventata di comune interesse e adesso sto iniziando a crederci. Addirittura, dopo quel post, il mio bar, che è in periferia, è sempre pieno di gente che chiede di me. Oggi ho fatto un incasso che non ricordavo da 10 anni, ai tempi dell’inaugurazione del mio bar. Ieri pomeriggio” – continua – “ero all’ufficio postale e una signora anziana mi ha detto: ‘Roberto, aiutaci’. E io le ho domandato: ‘Chi è che le sta dando fastidio?’. Lei mi ha risposto: ‘No, no, nessuno. Ti chiedo di aiutarci per questi politici’. Le ho detto che ero l’ultima ruota del carro e non ero la persona adatta. Questo ti fa capire che ormai la gente non si fida più di questa politica”. E aggiunge: “Ora mi sorgono dei dubbi. Ma non è che la gente vuole solo la semplicità? E si rispecchiano magari in persone semplici, normali, di cuore e dirette come me? Noi persone ‘normali’, che aiutano il prossimo e non promettono niente, a differenza dei politici in giacca a cravatta e coi tatuaggi sotto pelle, siamo quelli che al vicino di casa che chiede una cipolla gliela dà. Questo vuole la gente adesso”. Spada ribadisce la sua ammirazione per il M5S: “Sono gli unici che, anziché prendere, restituiscono soldi. Già per quest’azione per me hanno vinto: aiutano il popolo. Perché non dargli credibilità? Sono tantissimi anni che destra e sinistra fanno compromessi e loschi malaffari”. E sua una sua eventuale lista civica, rivela: “Per ora ho creato solo il logo: dei bambini che si dividono un pezzo di pane. Il nome devo ancora deciderlo” di Gisella Ruccia

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