Un portale on line bloccato perché tra gli oltre 16mila dipendenti della Regione Siciliana non se ne trova uno in grado di aggiornarlo. L’ultimo paradosso siciliano nasce sul web: da qualche giorno infatti è scaduto il contratto della società privata che gestiva il portale apprendistatoregionesicilia.it. Si tratta di un sito web fondamentale per i giovani che vogliono scegliere un corso di formazione professionale da frequentare. È per questo motivo che dopo la scadenza del contratto, gli operatori della società privata avevano messo a disposizione della Regione Siciliana le credenziali per gestire il sito web. Solo che alla Regione di quelle credenziali non sanno che farsene: nessuno infatti ha le competenze per aggiornare il sito.

Il risultato è che gli enti di formazione accreditati con la Regione Siciliana non riescono ad inserire on line i cataloghi con le proprie offerte formative. Un problema doppio, dato che a fine mese scade il bando per gli operatori della formazione, e se entro quella data non si troverà un tecnico in grado di aggiornare il portale, tutti gli enti che non sono riusciti a pubblicare on line i propri cataloghi rimarranno esclusi. “È un problema serio, ma speriamo di siglare a breve un altro contratto con gli esterni”, spiegano dal dipartimento Formazione della Regione Siciliana. Nel frattempo però i rappresentanti degli enti di formazione hanno preso d’assalto gli uffici della Regione per chiedere chiarimenti ma in cambio non hanno ottenuto alcuna spiegazione. “Semplicemente nessuno all’interno dell’amministrazione è in grado di gestire il portale” è la giustificazione raccolta degli operatori degli enti di formazione che rischiano di rimanere fuori dai bandi di concorso.

Non è la prima volta che i dipendenti della Regione Siciliana mostrano di avere qualche difficoltà con il web. Già nell’aprile scorso l’assessorato alla Formazione era stato costretto a cercare un collaboratore esterno per curare la comunicazione sui social network. Erano i tempi in cui l’ex assessore alla formazione Nelli Scilabra e il governatore Rosario Crocetta tessevano le lodi del cosiddetto Piano Giovani, che avrebbe dovuto utilizzare 400 milioni di euro di fondi europei per tirocini e contributi alle start up degli under 35. Per pubblicizzare sui social network il Piano Giovani l’assessorato alla formazione aveva pubblicato un atto d’interpello interno, rivolto cioè ai dipendenti regionali che avessero capacità di gestione sui social: e nonostante gli oltre 16mila dipendenti, nessuno aveva risposto. È per questo motivo che dall’assessorato erano stati costretti a varare un secondo bando da 25mila euro l’anno per cercare un esperto di Facebook e Twitter all’esterno della pubblica amministrazione. Un lavoro che alla fine si è concentrato in poche settimane, dato che a causa di un gigantesco pasticcio il Piano Giovani non ha poi mai visto la luce. Il motivo? Il sito web utilizzato è crollato praticamente subito e dopo settimane di polemiche il progetto è praticamente finito in soffitta.

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