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Google e Levi’s, il progetto: vestiti per comandare gli oggetti a distanza e jeans coi sensori

Dovrebbero arrivare sul mercato nel 2016: i denim sarebbero ideati per segnalare l’aumento di peso o collegarsi con gli smartphone. E sarà possibile rispondere al telefono o inviare un messaggio semplicemente sfiorando i pantaloni

di Luigi Ferro

Dopo l’accordo con Luxottica per i Google glass, il gigante di Mountain View ha annunciato di avere avviato un progetto con Levi’s per la realizzazione di capi di abbigliamento connessi che permettano di comandare a distanza gli oggetti. Il Progetto Jacquard porterà alla realizzazione di jeans che, per esempio, potranno segnalare l’aumento di peso o collegarsi con gli smartphone.

Secondo Paul Dilliger, vice presidente per l’innovazione di Levi’s “non si tratta del lancio di un prodotto, ma di una piattaforma che offre numerose opportunità per forme e applicazioni alle quali non abbiamo ancora pensato. Il potenziale del progetto è dato dal fatto che gli input arriveranno da gesti come incrociare le gambe, colpire qualcosa o sollevare dei pesi”. Più inquietante l’affermazione di Grant Hughes, fondatore della società di software FocusMotion, secondo il quale i nuovi sensori potrebbero avvertire i proprietari che stanno ingrassando, raccomandargli un po’ di allenamento, offrirgli uno sconto per la palestra, per corsi di ginnastica o yoga e stimolarli a una vita più sana.

Gli sviluppatori di Google stanno lavorando con un gruppo di lavoro giapponese ereditato da Motorola per mettere a punto fili di metallo flessibile che possono essere mixati con tessuti come cotone, seta e poliestere e lavorati dalla macchine attualmente in uso. I tessuti, normalmente lavabili permettono di interagire con altri oggetti a distanza. I fili sono collegati a piccoli circuiti elettronici non più grandi del bottone di una giacca e gli algoritmi, spiegano gli ingegneri di Google, sono in grado di differenziare gli effetti del gesto dell’utente. I dati ottenuti possono essere trasmessi a smartphone o altri oggetti e sarà possibile rispondere al telefono o inviare un messaggio semplicemente toccandosi i pantaloni.

“La sfida è di creare un filato utilizzabile dalle macchine industriali utilizzate nel tessile”, ha spiegato Ivan Poupyrev, responsabile del progetto. I nuovi jeans o altri capi d’abbigliamento dovrebbero arrivare sul mercato nel 2016. Una scadenza giudicata realistica visto che il progetto sembra in fase avanzata e tra un po’ gli ingegneri dovranno fare posto ai designer.

A Jacquard si affianca il Project Soli che utilizza la tecnologia radar. Presentato anch’esso al Google I/O, la conferenza per gli sviluppatori, Soli permette di controllare a distanza i dispositivi utilizzando i movimenti delle braccia. Con Soli è possibile cambiare l’ora facendo finta di girare la rotellina delll’orologio oppure cambiare la stazione radio e alzare o abbassare il volume a distanza.

Anche Soli potrebbe essere implementato nei wearable, gli oggetti indossabili che rappresentano una importate voce del mercato dell’Internet of things che in Italia, secondo le stime del Politecnico di Milano, vale circa 1,55 miliardi di euro. Gli oggetti connessi tramite rete cellulare sono circa otto milioni per un valore di 1,15 miliardi ai quali si aggiungono 400 milioni di euro del mercato basato su oggetti connessi con altre tecnologie.

I settori più interessanti sono quelli delle Smart city con illuminazione intelligente e gestione della mobilità, Smart home che cresce del 46% e Smart car. Per l’abbigliamento siamo solo all’inizio, ma il made in Italy potrebbe trovare nuovi spazi di business.

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