Qualcosa si muove. Con grande prudenza, riservatamente, sul brutto affaire dei dossieraggi del Servizio informazione per la sicurezza militare (Sismi), scende in campo il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copasir). Cercando di individuare la via migliore per avere chiarimenti dall’autorità suprema che vigila sulla nostra intelligence: la presidenza del Consiglio dei ministri. Soprattutto sulle ragioni e l’opportunità della riproposizione del segreto di Stato sulla vicenda decisa da Palazzo Chigi e rivelata da ilfattoquotidiano.it.

SCANDALO NAZIONALE Nei nostri articoli avevamo raccontato come Nicolò Pollari, l’ex direttore del Sismi, avesse deciso di non rispondere alle domande della magistratura di Perugia che indaga sulle pratiche messe in campo dal servizio nella famosa sede romana di via Nazionale 230 gestita dall’agente Pio Pompa. In particolare, sull’attività di raccolta di informazione e dossieraggio a carico  ad una lunga serie di magistrati, politici e giornalisti: tra gli altri Ilda Boccassini, Edmondo Bruti Liberati, Antonio Ingroia e Gherardo Colombo; Elio Veltri e Antonio Di Pietro; Furio Colombo, Marco Travaglio, Giulietto Chiesa, Andrea Cinquegrani e Peter Gomez. Pollari si era appellato al segreto esibendo una lettera del direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) di Palazzo Chigi, Giampiero Massolo. Lettera nella quale lo stesso Massolo informava l’ex direttore del Sismi dell’intenzione della presidenza del Consiglio di apporre di nuovo il segreto di Stato sull’intera vicenda.

FUORI SERVIZIO Di fronte alle polemiche che ne sono seguite, soprattutto per le lamentele di alcuni dei personaggi vittima delle operazioni di dosseraggio, Francesco Ferrara, deputato di Sel, aveva manifestato a ilfattoquotidano.it l’intenzione di portare sul tavolo del Copasir (nella foto in alto alcuni dei membri), del quale è membro, la spinosa questione. Con l’obiettivo di verificare se ci fosse ancora effettivamente la necessità di riproporre quel segreto che sicuramente impedirebbe alla magistratura di Perugia di individuare le ragioni delle operazioni illecite portate avanti dal servizio e, soprattutto, di scoprire tutte le persone coinvolte e coloro che avevano impartito gli ordini.

CORTE DEI MIRACOLI Effettivamente, nell’ultima riunione del Copasir la questione è stata messa in discussione. Tra i membri dell’organismo presieduto dal senatore leghista Giacomo Stucchi e che allinea anche i parlamentari del Pd Felice Casson, Roberto Speranza e Rosa Villecco Calipari; i grillini Vito Crimi, Bruno Marton e Angelo Tofalo; oltre a Giuseppe Esposito (Area Popolare) e Paolo Vitelli (Scelta civica),  si è fatta largo la convinzione di acquisire per cominciare le varie sentenze che tra processi e conflitti di attribuzione sono state prodotte sul tema da vari tribunali, Cassazione e Corte costituzionale. Alla prossima riunione, in calendario dopo le elezioni regionali di domenica prossima, è stata invece rimandata la decisione sull’opportunità di avviare una serie di audizioni interne ai servizi per capire se ci sono ancora, davvero, le famose esigenze del mantenimento del segreto. E, soprattutto, per indirizzare al presidente del Consiglio Matteo Renzi una istanza per acquisire le motivazioni che hanno indotto Palazzo Chigi ad apporre nuovamente sui dossieraggi di via Nazionale il  segreto di Stato insieme all’orientamento di sollevare, a seguito delle ultime iniziative della magistratura di Perugia, conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale.

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