Bankitalia versa allo Stato una cifra vicina ai tre miliardi e stacca ai soci una cedola da 340 milioni. Per le casse pubbliche Palazzo Koch resta un buon affare, anche se meno redditizio rispetto al passato per via del regalo fatto alle banche socie dal governo Letta con la rivalutazione del capitale della banca centrale. I dividendi 2014 per le banche socie sono di 40 milioni inferiori a quelli distribuiti nell’esercizio antecedente quando via Nazionale ne aveva quintuplicato l’ammontare rispetto all’anno prima. In calo, però, anche gli incassi dello Stato: nella relazione annuale, il governatore Ignazio Visco ha infatti spiegato che Bankitalia ha versato nelle casse pubbliche quasi 3 miliardi, tasse incluse (1,2 miliardi) contro i 3,5 miliardi di un anno prima.

Inoltre, come spiegato da Visco in occasione dell’assemblea dei soci di via Nazionale, il risultato lordo dell’istituto centrale è sceso di quasi un miliardo a 6 miliardi. L’attivo è diminuito di 24 miliardi a 530,6 miliardi “riflettendo la riduzione delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema”, mentre l’utile netto è rimasto sostanzialmente invariato a 2,99 miliardi. Sulla base del risultato d’esercizio, il Consiglio superiore ha suggerito all’Assemblea “di accantonare 1,8 miliardi al fondo rischi generale e 750 milioni alle riserve statutarie” come ha evidenziato Visco, che ha anche fatto il punto sull’attività svolta dall’autorità di vigilanza.

Nel 2014, Palazzo Koch ha concluso 105 procedimenti sanzionatori. Novantasei di questi si sono conclusi con un’ammenda pecuniaria per un ammontare complessivo di 31,5 milioni. Questa cifra supera di gran lunga gli introiti delle sanzioni comminate nel 2013 (24,3 milioni), ma non è neanche lontanamente paragonabile ai danni provocati da un singolo dissesto bancario. Basti pensare che il tracollo della sola Tercas, la banca di Teramo commissariata da Bankitalia, ha richiesto un intervento da 265 milioni del Fondo Interbancario di tutela dei depositi per azzerare le perdite e darla in sposa alla Popolare di Bari. “Nel settore finanziario i fallimenti del mercato non sono rari. Vi sono certamente comportamenti scorretti e azioni predatorie, che le autorità, tra esse la Vigilanza, devono per quanto possibile prevenire e sanzionare con severità”, ha commentato il governatore Visco.

Anche perché Bankitalia ha la struttura adeguata per intervenire per tempo ed in maniera efficiente. L’istituto centrale può contare infatti su 7.100 dipendenti (170 distaccati in Bce) le cui retribuzioni lorde sono aumentate dell’1% a 610 milioni. La spesa totale per il personale, che somma alle retribuzioni gli oneri accessori e altre spese, è salita nel 2014 a 813 milioni da 801 milioni l’anno precedente. Sono costi importanti che si sommano gli altri centri di costo dell’autorità di vigilanza che ha visto anche lievitare le spese amministrative (453 milioni contro i 441 del 2013) per via del costo una tantum dell’avvio della Vigilanza unica e ha promesso di portare il numero di filiali da 58 a 39 entro la fine del 2018.

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