Non c’è molto da dire, le immagini valgono più di qualsiasi commento: Marchionne è riuscito ad anticipare l’Isis e, prima che i mujaheddin siano riusciti a far sventolare, come annunciato, la bandiera nera sull’obelisco di piazza San Pietro, ha fatto erigere un banner della madonna.

Da alcune angolazioni l’impatto è più dissacrante del “Dito” (medio) di Cattelan davanti alla Borsa di Milano: il tempio della cristianità schiacciato dall’arroganza delle merci, dall’invadenza del consumismo, è una vista che farebbe impietosire perfino il più feroce anticlericale.

Naturalmente, su Twitter si sono scatenate subito le proteste contro il sindaco Marino che avrebbe permesso lo scempio. Lui si è appellato all’extraterritorialità del Vaticano e al fatto che i preti a casa loro possono fare quello che vogliono. E per farlo, purtroppo l’hanno fatto.

A proposito di scempi, un tempo a Roma si diceva “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini” (“Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini”). Oggi andrebbe aggiornato con “Quod non fecit Isis, fecit Vaticanus”.

Fortunatamente, nel giro di due giorni, il cartellone è stato rimosso. Speriamo che sia stato rimosso anche il funzionario Vaticano le cui larghe vedute sono entrate in conflitto con la veduta di San Pietro. Una cosa è certa: se oggi la guerra si combatte ovunque a colpi di marketing, il nostro ha già vinto.

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