I giudici popolari della Corte d’Assise di Chieti chiamati a pronunciarsi nel processo sulla discarica di Bussi sul Tirino (Pescara) hanno rivelato a Il Fatto Quotidiano di avere ricevuto pressioni affinché non condannassero Montedison per dolo. Un caso sul quale indaga la magistratura e che è stato sollevato dal giornalista Antonio Massari. Per questo il cronista questa mattina, come il direttore generale della Regione Abruzzo Cristina Gerardis, all’epoca dei fatti avvocato dello Stato, è stato sentito in procura a Campobasso come ‘persona informata sui fatti’. Massari è stato sentito dal sostituto procuratore Nicola D’Angelo per circa un’ora; subito dopo è toccato alla Gerardis, rimasta invece nella stanza del magistrato per più di un’ora e mezza. Entrambi all’uscita dal palazzo di Giustizia non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.

Sul caso delle rivelazioni al Fatto è intervenuto anche il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo, che ha chiesto informazioni al presidente della Corte d’appello dell’Aquila; un’iniziativa analoga a quella assunta dalla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, che ha aperto un fascicolo e, a sua volta, ha chiesto informazioni ai vertici degli uffici aquilani. Solo all’esito Ciccolo deciderà se disporre l’avvio di una pre-istruttoria, finalizzata a verificare se ci sono gli estremi per una iniziativa disciplinare.

Il fascicolo (che riguarda presunte pressioni sui giudici popolari) è stato trasferito nei giorni scorsi dalla procura di Chieti a quella del capoluogo molisano in quanto si tratta di un procedimento che coinvolge magistrati.

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