Quante volte da bambini, e non solo, capita di storcere il naso di fronte alla necessità di fare un prelievo di sangue>. Il fastidio per aghi e iniezioni è spesso difficile da vincere. La soluzione? Un piccolo dispositivo di plastica, grande come una pallina da ping pong. Ideato da una startup Usa dell’University of Wisconsin-Madison, si chiama “HemoLink” e riesce a estrarre una quantità di sangue sufficiente a effettuare diverse analisi cliniche: colesterolo glicemia, infezioni e cellule tumorali. Non è necessario avere una formazione medica, o infermieristica. Basta premere l’apparecchio per appena due minuti sulla pelle, standosene comodamente seduti sul divano di casa, e il gioco è fatto.

Il funzionamento di HemoLink è basato su una sorta di effetto sottovuoto, grazie al quale il sangue fluisce direttamente dalla pelle all’interno di una piccola provetta. “A livello di microfluidi la tensione domina sulla forza di gravità, e questo – spiega Ben Casavant, tra gli ideatori del congegno – consente al sangue di fluire per capillarità all’interno della provetta”. Uno dei problemi principali di questo prelievo fai da te è, però, preservare il campione di sangue, senza che si deteriori, per il tempo necessario a effettuare tutte le analisi di laboratorio. Gli esperti Usa, a questo proposito, stanno pensando a un congegno in grado di stabilizzare il materiale biologico per una settimana, consentendogli di resistere fino a temperature di 60 gradi centigradi. In questo modo, si potranno evitare complicati trasporti con appositi sistemi di refrigerazione.

Grazie a un finanziamento da parte dei National Institutes of Health (Nih) statunitensi, gli esperti dell’università Usa stanno, inoltre, sviluppando una tecnica per prelevare campioni per la diagnosi dell’Hiv. “Abbiamo pensato di mettere a frutto le conoscenze acquisite in tanti anni di studi sui microfluidi – conclude Casavant -, per realizzare un dispositivo che fosse allo stesso tempo utile, economico e semplice da usare”. HemoLink è attualmente in attesa di brevetto e, dopo l’autorizzazione, attesa entro la fine dell’anno, da parte della Food and drug administration (Fda) – l’ente governativo Usa che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici -, dovrebbe entrare in commercio a partire dal 2016.

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