Il corteo dei Rom e Sinti a Bologna ha aperto la sua sfilata con l’Inno di Mameli, eseguito con violini e chitarre. E poi tanti cartelloni che riportavano gli articoli della Costituzione, bandiere della pace e subito la deposizione di una corona nell’area dell’ex campo nomadi di via Gobetti, dove il 23 dicembre 1990 la banda della Uno Bianca sparò contro le roulotte uccidendo due persone e ferendone altre.

Alla manifestazione, guidata dal presidente dell’associazione nazionale dei Sinti Davide Casadio, hanno partecipato circa 400 persone, tra cui anche i senatori Pd Luigi Manconi e Sergio Lo Giudice, la deputata Dem Sandra Zampa, il capogruppo Pd del Comune di Bologna Claudio Mazzanti, l’assessore comunale al Welfare Amelia Frascaroli, alcuni esponenti di Sel, dell’Altra Emilia Romagna, i centri sociali tra cui Hobo e gli attori Ivano Marescotti e Alessandro Bergonzoni. Sul palco per gli interventi in piazza XX Settembre anche l’ex direttore della Caritas di Bologna Don Giovanni Nicolini

Video di David Marceddu e Giulia Zaccariello

“Sono qui a nome del presidente del Senato Grasso – ha detto Manconi – per portare la nostra solidarietà affinché si affermi che nessuna minoranza può essere perseguitata o discriminata come rischia di essere la minoranza Rom e Sinti”. “Quale oblio e cattiva memoria ha chi parla di spianare i campi”, ha aggiunto Manconi, prendendo la parola del palco in piazza e rimarcando che “i diritti o sono di tutti o non sono di nessuno“. Manconi ha poi citato una frase di una canzone di Claudio Lolli “‘oggi ho visto gli amici zingari felici in piazza Maggiore – ha detto – questo è quello che posso dire di aver visto oggi”.

A distanza, su via Marconi sotto l’occhio delle forze dell’ordine, la contro-manifestazione di Forza Nuova che, cartelli e tricolore alla mano, ha stazionato lungo il ciglio della strada mostrando cartelli sui cui si leggevano frasi come ‘ti ammali…e io pago’, o ‘accendi la luce e io pagò, per chiedere, in sostanza, che si smetta di spendere soldi pubblici per contribuire ai consumi e alle utenze dei campi nomadi.

Per ribadire la necessità di chiudere i campi è arrivata in città anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che ha puntato il dito contro “il buonismo” delle politiche a sostegno di Rom e Sinti. In opposizione al corteo di Bologna anche la Lega Nord che ha ribadito le sue posizioni in una conferenza stampa nel cortile di Palazzo D’Accursio e Forza Italia che aveva un banchetto in piazza Galvani.

Articolo Precedente

Spese pazze: Regione riforma la Consulta emiliani nel mondo, ma non la chiude

next
Articolo Successivo

Piacenza, muore incinta di 8 mesi. Salvato il figlio con cesareo d’urgenza

next