Nel 2014 la remunerazione fissa assegnata agli amministratori delegati delle principali società quotate italiane è cresciuta dell’11 per cento. In particolare i compensi fissi dei presidenti non esecutivi delle società del campione sono aumentati del 19% rispetto a quelli del 2013, passando da 200mila a 238mila euro. Il compenso per i membri del cda risulta invece costante rispetto al 2013, attorno ai 50mila euro annui a persona, senza alcuna distinzione in relazione a dimensione, complessità o livello di internazionalizzazione dell’azienda, oppure modello di governance. È quanto emerge da uno studio dei consulenti di Mercer sui compensi dei consigli di amministrazione delle società del principale indice della Borsa italiana, il Ftse Mib, condotto per il terzo anno consecutivo.

“A fronte di un aumento della retribuzione fissa degli amministratori delegati – ha commentato Marco Valerio Morelli, amministratore delegato Mercer Italia – si registra una maggiore diffusione dell’erogazione di premi, ma con un valore complessivamente più basso dell’anno precedente”. Tale fenomeno è spiegato da Mercer come il riflesso della performance “tendenzialmente piatta” dell’indice Ftse Mib, che ha concluso l’anno 2014 con un valore sostanzialmente vicino al valore di apertura. Il 40% delle aziende ha inoltre dichiarato di applicare degli obiettivi da raggiungere per ottenere gli incentivi di breve termine, confrontando poi la performance con ulteriori indicatori economico-finanziari. Le aziende che nel 2014 hanno effettivamente pagato un incentivo sono state circa il 70% del campione analizzato – il 10% in più rispetto al 2013 – ma le cifre erogate sono risultate inferiori.

Quanto alle questioni di genere, le donne rappresentano il 23% dei membri del consiglio di amministrazione nelle aziende che applicano sistemi di governance tradizionale e monistico. Il dato è allineato rispetto alla legislazione che impone una “quota rosa” minima del 20%. Le donne componenti esecutivi dei consigli di amministrazione sono invece solo il 2%. “Assistiamo a un miglioramento, di gender ma anche di estrazione professionale e competenze – ha commentato ancora l’amministratore delegato di Mercer -, che migliora il processo decisionale con effetti positivi sulla performance e sulla sostenibilità nel lungo periodo. Il dato che fa riflettere è l’assenza di amministratori delegati donna”.

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