Il segnale c’è stato già a Genova. Quinto nella seconda tappa vinta da Elia Viviani ma davanti al mattatore Matthews e ad altri corridori tutti certamente più giovani di lui. Alessandro Petacchi, classe ’74, guarda al traguardo di La Spezia, la sua città, con uno stimolo in più. Dopo venti anni di professionismo, al 14° Giro d’Italia non è ancora sazio dopo 22 successi al Giro (5 gli sono stati revocati). Oggi ci proverà, c’è da starne certi. I 150 chilometri mossi da Chiavari a La Spezia potrebbero aiutare Ale a tornare Jet. L’età e gli avversari non lo favoriscono, l’esperienza, la motivazione e la voglia di cogliere con un’altra vittoria e sbloccarsi dopo un anno (Gp Cerami 2014 l’ultimo arrivo a braccia alzate) lo mettono almeno fra gli outsider di oggi. Sarebbe un’altra pagina storica per la Corsa Rosa l’ennesima nella carriera di Petacchi. Quarantotto tappe nei Grandi Giri, dietro solo a Merckx (64) e Cipollini (57), sei giorni in maglia rosa, una Parigi – Tours ma soprattutto una Milano-Sanremo stravinta in volata.

Meno estroverso di Cipollini che scortò nel mondiale di Zolder e talvolta anche burbero non ha fatto mancare la sua critica anche in questi giorni. “In gruppo non c’è più rispetto” dice Petacchi che su ordine, disciplina e rispetto ha fondato la sua carriera. Senza valori del genere ai quali aggiungerei su tutti la famiglia, sempre presente dopo successi e sconfitte, non si arriva a 41 anni e mezzo a competere con velocisti di almeno 15 anni più giovani. A La Spezia ci è nato e forse vuole rinascere oggi, dando un’ultima lezione a una generazione che lo ricorda ancora bruciare sul traguardo l’ultimo Cipollini, il tedesco Zabel, l’insidioso McEwen e il giovanissimo Cavendish. Giovanotti allacciate le cinture, l’Ale-jet sta scaldando i motori!

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