Un infermiere di Emergency, che dal 15 febbraio prestava servizio nel Centro di cura dei malati di Ebola in Sierra Leone, è risultato positivo al test eseguito presso il centro “Lazzaro Spallanzani” di Roma. Tre campioni di sangue sono arrivati a Roma nella tarda mattinata di oggi dalla Sardegna, inviati dalla Index con un cargo in partenza da Olbia alle 7 del mattino. Lo rende noto il ministero della Salute. L’infermiere, 37 anni, è “in buone condizioni generali”, ha fatto sapere l’organizzazione, e verrà curato allo Spallanzani. E’ il secondo caso in Italia dopo quello di Fabrizio Pulvirenti, un medico, anche lui di Emergency, che si è ammalato lo scorso novembre e che è stato curato nello stesso ospedale che ora apre le porte al nuovo malato.

L’uomo era arrivato in Sardegna il 7 maggio: “Non appena ha manifestato i primi sintomi, domenica 10 maggio in tarda serata, il nostro collega ha applicato le procedure per l’isolamento, come previsto dai protocolli del ministero della Salute e dalle linee guida di Emergency. L’operatore effettuava regolarmente l’automonitoraggio delle proprie condizioni e questo ha permesso di intervenire tempestivamente per evitare un possibile contagio”, fa sapere l’associazione, ricordando che il virus Ebola è contagioso solo dopo l’insorgenza dei sintomi e che viene trasmesso esclusivamente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei. L’operatore sanitario è stato ricoverato 48 ore presso il nuovo reparto di malattie infettive dell’ospedale di Sassari. Nella notte verrà trasferito allo Spallanzani di Roma con particolari attrezzature  che consentono il trasporto del paziente in condizioni di “biocontenimento assoluto“.

“Condizioni stabili, situazione sotto controllo”
Secondo l’ultimo bollettino medico dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, le condizioni del 37enne “sono stabili e i parametri vitali, costantemente monitorati, sono nella norma”.
Ricoverato lunedì pomeriggio, è stato sottoposto a terapia antipiretica e antibiotica e non ha manifestato sintomi gastrointestinali. I medici precisano anche che è autonomo e collabora e la situazione “è sotto controllo”.

Cecilia Strada: “Appena ha avuto i sintomi si è isolato”
“Quando rientri dalla Sierra Leone – ha spiegato ai microfoni di RaiNews24 Cecilia Strada, presidente della ong – segui il protocollo di autovalutazione e al primo sintomo l’infermiere ha allertato chi di dovere”. Il virus “è contagioso solo dopo l’insorgenza dei sintomi. Nel momento in cui il professionista ha accusato il primo sintomo era in casa, si è chiuso in camera ed è entrato in isolamento”, ha ricordato Strada, che ha poi spiegato: “In Sierra Leone è il 5° giorno senza nuovi casi di Ebola, servono 42 giorni consecutivi per dichiarare finita l’epidemia. Speriamo sia la volta buona”.

Attivata rete di emergenza e resi disponibili i farmaci
Il trasporto del paziente, organizzato d’intesa tra il ministero della Salute e quello della Difesa, verrà eseguito dall’Aeronautica militare “seguendo le stesse procedure già attuate nel novembre scorso per il medico siciliano colpito dal virus e poi guarito”. Già attivata la rete di emergenza della Prefettura di Sassari e del Comando Carabinieri del Nas. Il ministero della Salute e l’Aifa hanno già predisposto le misure necessarie per rendere disponibili presso lo Spallanzani i farmaci sperimentali previsti dai protocolli”. Il primo bollettino medico, come da prassi, verrà emesso a cura dei medici dello Spallanzani.

Ospedale di Sassari: “E’ entrato in contatto con alcune persone”
L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha reso note che l’infermiere ha avuto contatti con alcune persone, dopo essere rientrato dal Paese africano: “A scopo precauzionale sono state attivate le stabilite procedure di controllo e di sicurezza per le pochissime persone che hanno avuto contatti con il paziente”.

Epidemia in calo, ma il pericolo resta
Il contagio dell’infermiere italiano arriva in un momento in cui si è molto vicini agli ‘zero casi’. L’ultimo bilancio dell’epidemia di Ebola che dura ormai da più di un anno è di 26.724 casi con 11.065 morti, ma nell’ultima settimana ci sono stati solo 9 nuovi contagi, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a ribadire che finché non si eradicherà totalmente la malattia il rischio di nuovi contagi è sempre presente. Nella settimana terminata il 10 maggio ci sono stati 7 nuovi casi del virus in Guinea e solo due in Sierra Leone, mentre la Liberia è stata dichiarata “virus free” lo scorso venerdì dopo un periodo di 42 giorni senza nuovi contagi. Nel periodo di picco dei casi, tra agosto e settembre 2014, si erano avuti diverse centinaia di casi alla settimana, e proprio la Liberia è il paese con il numero maggiore di morti, oltre 4.700.

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