“Stavo aspettando l’autobus che non arrivava. Ho visto quel taxi e l’ho fermato. Volevo tornare a casa. Non so cosa mi sia preso. È stato un raptus”. Alla fine ha confermato il trentenne romano fermato dalla polizia per la rapina e lo stupro di una tassista a Piana del Sole, a Roma. Dopo una tappa in Questura, dove l’uomo è stato sentito dagli inquirenti e dai magistrati, Simone Borgese (nella foto tratta da Facebook),  è stato portato nel carcere di Regina Coeli. L’indagine è stata condotta dal procuratore Maria Monteleone e dal sostituto Eugenio Albamonte. Al momento i reati ipotizzati sono quelli di violenza sessuale, rapina e lesioni.

Sabato gli inquirenti avevano diramato l’identikit dell’aggressore: italiano, età tra i 25 e i 30 anni, magro, alto tra 1,65 e 1,70, capelli corti scuri e mossi, occhi piccoli scuri, labbra sottili e carnagione chiara. La donna aggredita ha raccontato di averlo fatto salire a bordo nei pressi dell’Hotel Ergife, sulla via Aurelia, e che, dopo vari cambi di percorso, si è fatto portare in viale della Pescina Gagliarda, una stradina sterrata e isolata. Appena si è girata per farsi dare i soldi della corsa, è stata immobilizzata per i capelli e stordita con un pugno in pieno volto. L’aggressore ha poi abbassato il sedile e ha abusato di lei, costringendola a un rapporto orale. Ha anche cercato di rubarle le chiavi della macchina, il cellulare e gli occhiali da sole, ma la vittima lo ha afferrato per la camicia e gli ha fatto cadere gli oggetti, proprio mentre l’uomo stava scappando tra i campi. Alla fine è fuggito con i soldi dell’incasso, circa 70 euro, dileguandosi a piedi nelle campagne di Ponte Galeria, all’estrema periferia della Capitale.

Grazie all’identikit sono arrivate diverse segnalazioni tra le quali quella di un tassista. L’uomo ha raccontato di aver accompagnato un cliente, somigliante a quello del ritratto, in una delle strade limitrofe a via Pescina Gagliarda. Ha detto che lo sconosciuto non gli aveva pagato la corsa, per questo si era fatto lasciare il numero di cellulare. Grazie al contatto telefonico, gli agenti sono risaliti a Simone Borgese. La vittima, in una sua foto, lo ha riconosciuto come l’aggressore. 

Sono così scattate le ricerche e l’uomo è stato rintracciato in via Pineta Sacchetti, all’angolo con via Alciato. Ha provato a scappare in ogni modo, ma è stato bloccato dagli agenti che lo hanno portato in Questura. Dopo essere stato sentito dal pm, alla presenza dell’avvocato, è stato sottoposto a fermo di pg da parte degli agenti della “IV Sezioni Reati sessuali e in danno di minori” della squadra mobile.  Il fermato ha ammesso le proprie responsabilità e, nel corso di una perquisizione domiciliare, è stato trovato il vestiario indossato al momento della violenza e descritto dalla vittima.

Non sono mancate le testimonianze di vicinanza alla donna. Molti tassisti romani hanno raccolto l’invito della Federtaxi ad esporre un nastro rosa sulle antenne delle auto in segno di solidarietà alla collega. Altri, invece, si sono affidati ai social network pubblicando il fiocco rosa sul proprio profilo. Intanto l’Unica taxi-Cgil ha chiesto un incontro al prefetto per parlare della sicurezza nella Capitale.

Sulla vicenda era intervenuto venerdì anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, chiedendo “la castrazione chimica” per il responsabile. Mentre il sindaco, Ignazio Marino, ha espresso la più totale condanna dell’ accaduto: “Roma ripudia questi gesti, e ripudia chi li compie, che non può in alcun modo sentirsi degno di vivere da cittadino libero in una città che da millenni è simbolo di accoglienza e integrazione”.

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