Da Berlusconi a Previti, da Forlani a Toni Negri. Tra i nomi di chi potrebbe ritrovarsi con un taglio alle sue entrate mensili ci sono anche loro. L’ufficio di presidenza di Camera e Senato hanno dato il via libera all’abolizione delle pensioni a vita per gli eletti in Parlamento condannati per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica amministrazione, escludendo l’abuso di ufficio. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha parlato di “forte segnale di moralizzazione”.

La delibera entrerà in vigore “il sessantesimo giorno successivo alla data della sua approvazione ai deputati cessati dal mandato che, alla data di entrata in vigore siano già stati condannati in via definitiva, o che, successivamente a tale data, riportino condanna definitiva per i delitti” previsti dal provvedimento. Pertanto ai deputati non più in carica non verrà chiesto la restituzione del pregresso. Ma c’è un elenco di nomi a cui l’abolizione al vitalizio fa paura. Per cifre che vanno da poco meno di 2mila euro fino a 8mila euro al mese. Attualmente il vitalizio gode inoltre anche del carattere di reversibilità, coinvolgendo più di un migliaio di versamenti a vedove e figli, con stipendi mensili che oscillano da 1700 euro fino a oltre 7mila euro.

In testa alla lista di chi, ad oggi, tra gli ex parlamentari condannati riceve le pensioni, c’è Silvio Berlusconi, condannato per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset, che percepirebbe un vitalizio da 8mila euro, il più alto di tutti. Per Marcello Dell’Utri a maggio scorso la Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Anche lui percepisce un assegno mensile, da 4.985 euro. Condannato per corruzione in atti giudiziari, con lo scopo di ottenere sentenze favorevoli da parte dei giudici, Cesare Previti percepisce 4.235 euro.

Tra i condannati ai quali potrebbe essere revocato il vitalizio c’è anche Arnaldo Forlani che, condannato in via definitiva a due anni e quattro mesi di detenzione per finanziamento illecito nell’affare Enimont, percepisce 6.062 euro. È di 5.573 il vitalizio di Paolo Cirino Pomicino condannato in via definitiva a 1 anno e 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito dei partiti con la maxi tangente Enimont, patteggiando in seguito una pena di 2 mesi per corruzione nell’ambito dei fondi neri Eni. Ci sono anche Claudio Martelli il cui vitalizio è pari a 4.992 euro e Gianni De Michelis coinvolto in Tangentopoli con un patteggiamento e un vitalizio da 5.517 euro. Alfredo Vito percepisce due vitalizi, uno da ex consigliere regionale e l’altro da ex deputato, per un totale di 4.540 euro, condannato a restituire 5 miliardi per 22 episodi di corruzione a Napoli. Tra le pensioni più basse quella di Toni Negri, di 2mila euro, condannato per reati legati al terrorismo, Gianstefano Frigerio, condannato per corruzione e concussione, che percepisce 2.142 euro al mese, e Giuseppe Ciarrapico, condannato per ricettazione fallimentare e bancarotta fraudolenta, destinatario di un vitalizio da 1.824 euro.

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