“Sarà il primo test per l’Italicum, una sorta di apripista“. I candidati alla presidenza della Regione Toscana sono tutti d’accordo: il voto del 31 maggio con il Toscanellum, il nuovo sistema elettorale toscano quasi gemello del sistema nazionale, si trasformerà in un primo esperimento per la nuova legge approvata alla Camera il 4 maggio: anche qui infatti se nessuno raggiungerà il 40% dei voti è previsto il ballottaggio. Gli ultimi sondaggi parlano di un Partito Democratico in netto vantaggio rispetto agli altri partiti, con il 49% dei consensi, contro il 15 del Movimento 5 Stelle, il 12 della Lega Nord e il 10 di Sì Toscana a Sinistra (Sel, partiti comunisti e altre liste di sinistra). Ma proprio l’introduzione del ballottaggio fa tornare alla mente i casi più celebri in cui il centrosinistra è stato superato nel secondo turno dai grillini: la prima volta fu a Parma con Federico Pizzarotti, ma proprio in Toscana c’è l’esempio – di meno di un anno fa – delle elezioni comunali livornesi, quando il M5s ha ribaltato il risultato del primo turno e il sindaco eletto  è stato Filippo Nogarin.

La Toscana torna, così, battistrada per la nuova legge elettorale, come successo già con il “Cinghialum“, considerato il progenitore del “Porcellum“. La legge è stata approvata grazie ai voti favorevoli di Pd e Forza Italia, ma ha ricevuto numerose critiche. “È una legge che i democratici si sono disegnati addosso – dice a ilfattoquotidiano.it Tommaso Fattori, candidato alla presidenza nel “listone rosso” Sì Toscana a Sinistra – Fissa un premio di maggioranza del 57,5% per chi ottiene il 40% delle preferenze. Premio che sale al 60% se si supera la soglia del 45% dei consensi. È un premio alla minoranza”. Dello stesso avviso anche il candidato del Movimento 5 Stelle, Giacomo Giannarelli, e quello della Lega Nord, Claudio Borghi, che a ilfattoquotidiano.it definiscono il premio “sproporzionato”.

Se per le opposizioni il Toscanellum è una legge fatta su misura per il Pd, con soglie che ricalcano le aspettative elettorali dei democratici, la presenza del ballottaggio rappresenta però un rischio per i democratici che, se dovessero accedere al secondo turno, rischierebbero di doversi difendere dalle opposizioni coalizzate. “Siamo convinti di poter vincere al primo turno – dice Antonio Mazzeo, candidato capolista nella circoscrizione di Pisa e responsabile dell’organizzazione del Pd Toscana (autospeso in campagna elettorale) – e speriamo in una grande partecipazione dei cittadini che, crediamo, premieranno la buona amministrazione degli ultimi anni. Paura di una nuova Livorno? Il ballottaggio sarebbe pericoloso, ma crediamo di poter chiudere la partita prima”.

Un risultato che, visto il distacco della sinistra e l’alto astensionismo previsto, non è così scontato. Da una parte, infatti, i sondaggi danno il listone rosso al 10%, con conseguente perdita di voti a sinistra per il Pd, dall’altra, Lega e 5 Stelle vogliono far tornare delusi e indecisi alle urne, cercando di limitare l’astensionismo e abbassare, così, le percentuali democratiche fino a farle scendere sotto la quota del 40%: “Credo che il rischio di una dispersione a sinistra ci sia”, dice a ilfatto.it Enrico Rossi, presidente uscente della Regione. “Quello che speriamo – spiega invece Borghi – è di ricreare una situazione come quella livornese, ma a livello regionale, con la Lega al ballottaggio con il Pd”.

A quel punto, il Carroccio sarebbe disposto anche ad accogliere “figure importanti e qualificate” provenienti dagli altri schieramenti: “Abbiamo già chiesto ad Alberto Bagnai, uomo di sinistra, di diventare assessore in caso di vittoria – continua Borghi – Ci sono anche altre personalità interessanti negli altri partiti, come lo stesso Giannarelli del M5s, grande esperto in materia di rifiuti”. Giannarelli, però, rimanda l’offerta al mittente: “Al ballottaggio speriamo di andare noi – dice – Siamo comunque aperti a discutere su proposte valide, da qualsiasi parte arrivino, ma nessuna carica in cambio”.

L’ipotesi di un ballottaggio metterebbe in discussione quella che, dai sondaggi, appare come una vittoria scontata dei democratici: “L’atteggiamento del listone rosso è quello di chi fa all-in – continua Mazzeo – Con la vecchia legge elettorale avrebbero dovuto cercare un’alleanza con noi, con questa puntano ad arrivare al ballottaggio o a offrire un pacchetto di voti che, in un testa a testa tra Pd e opposizioni, possono diventare decisivi”. Previsione smentita da Fattori che precisa: “Noi speriamo e crediamo di poter andare a ballottaggio. Ma se non dovesse succedere, non ci sarà alcun accordo con il Pd. Lasceremo i nostri elettori liberi di decidere faremo opposizione costruttiva. Paura di favorire la destra o i 5 Stelle? Siamo distanti dalle loro idee, ma anche da quelle del Pd”.

Mazzeo è comunque convinto che non ci saranno defezioni da parte delle correnti interne al Pd: “Dentro al partito ci sono diverse idee di Toscana – confessa il candidato a Pisa – una ancora legata ai campanilismi che hanno caratterizzato la nostra Regione e un’altra, quella più vicina agli ideali renziani e nella quale mi rispecchio, più omogenea. Su questo discutiamo, ma si tratta di un confronto che rimane interno al partito. Al momento del voto saremo tutti compatti. Le diverse correnti useranno certamente le elezioni regionali per ‘contarsi’, ma non ci saranno sgarbi interni al Pd”.

Twitter: @GianniRosini 

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