Arrestato il latitante più longevo d’America
Vedetela da due prospettive. La prima: in America una persona può cambiare identità, sfuggendo alla giustizia per più di 40 anni. La seconda: alla stessa persona, evasa da un carcere dove era detenuta per aver ucciso un pedone investendolo con la sua auto, la giustizia americana non ha dato tregua, finendo con il ricatturarlo. La storia è quella di Frank Freshwater, condannato nel 1959 ad un anno di carcere e cinque di sorveglianza speciale per omicidio colposo aggravato, rimesso in prigione dopo essere stato fermato alla guida senza patente ed ubriaco e successivamente evaso due volte, l’ultima nel 1975. Da quel momento, Freshwater è diventato un ricercato imprendibile per l’FBI e le numerose polizie locali che gli hanno dato la caccia. Questo sino a qualche giorno fa, quando, dopo aver ottenuto le impronte digitali di un misterioso personaggio che viveva da anni in una roulotte in una zona rurale delle Florida, le forze dell’ordine hanno avuto la certezza che l’uomo fosse proprio il ricercato più ‘longevo’ d’America. Gli agenti si sono avvicinati alla sua abitazione, con un sua foto da giovane nelle mani, chiedendogli se conoscesse la persona ritratta: senza tentare di fuggire, Freshwater ha risposto: “Mi ha avete preso, bravi”. In tutti questi anni, l’uomo ha cambiato due identità, lavorando sempre come camionista ed andando poi in pensione con l’aiuto della previdenza sociale. Adesso per lui, nonostante l’età e una condizione fisica non perfetta, si riapriranno le porte di un penitenziario dell’Ohio,dal quale, probabilmente, non uscirà mai più.

Pena segreta per la regina della cocaina
La condanna di Marlory Chacon Rossell, la donna guatemalteca considerata come una dei personaggi più importanti nel traffico internazionale di droga, sembra aver chiuso un capitolo al quale l’antidroga americana aveva dedicato oltre dieci anni di indagini. La donna, conosciuta come la regina del sud era sospettata di aver tirato le fila di uno dei cartelli più importanti nell’importazione e nella distribuzione di cocaina, in arrivo sul suolo americano dal Centro America. Dal 2012 la Rossell, assieme a suo marito, era nella lista dei dieci most wanted della FBI. Nonostante questo, per due anni, aveva potuto viaggiare tra il Guatemala, la Colombia e la Florida senza troppi problemi fino al 2014, quando le forze dell’ordine l’avevano scovata, costringendola ad arrendersi. In dicembre il pubblico ministero aveva chiesto per lei l’ergastolo. Adesso, con una decisione abbastanza unica nel suo genere, il giudice della corte di Miami, che l’ha condannata, ha deciso di non rendere pubblica per i prossimi cinque anni l’entità della pena, sigillando così il verdetto, per poi tradurlo in una non ben identificata casa penitenziaria. Secondo molte fonti, l’azione del giudice servirebbe a proteggere la donna da eventuali vendette trasversali.

Il colpo di fortuna (a sua insaputa) dell’agente antifrode
Questa è una storia che potrà sicuramente dare uno spunto a qualche bravo sceneggiatore cinematografico. Protagonisti un uomo, un mini supermarket alla periferia di Los Angeles e una cassiera distratta. Dopo aver comprato un gratta e vinci, l’uomo si accorge di aver trovato una combinazione vincente, porta il cartoncino alla cassa dell’esercizio ricevendo in cambio 75 dollari. Con il sorriso sulle labbra, esce mettendosi in tasca le banconote. Peccato che, qualche minuto dopo, la cassiera si accorge che in realtà l’uomo non aveva vinto 75 dollari ma 75mila. E’ però troppo tardi per rintracciarlo, di lui è rimasto solo il viso impresso negli hard disk delle telecamere di sorveglianza. A quel punto, con la collaborazione delle televisioni locali della California, inizia una gigantesca caccia all’uomo, una volta tanto con una fine positiva. Ma il colpo ad effetto deve ancora arrivare: dopo qualche giorno il vincitore viene rintracciato, ma si scopre che non è una persona come tante. L’uomo infatti è un agente antifrode della polizia di stato, incaricato di indagare proprio sulle truffe dei gratta e vinci. Visto il suo ruolo, non propriamente una ‘volpe’, verrebbe da dire…

Starbucks denunciata per caffè troppo bollente
Un poliziotto di Raleigh, in North Carolina, ha citato in giudizio la catena Starbucks dopo essersi ustionato con del caffè bollente. L’agente si era fermato come ogni mattina in un bar della catena, conosciuto per offrire il caffè alle forze dell’ordine. Dopo essersi messo tra le gambe il bicchiere di cartone contenente il liquido bollente, il poliziotto era ripartito troppo velocemente, provocandosi bruciature a pancia, gambe e parti intime. Il caso è arrivato adesso in tribunale, dopo che l’agente aveva deciso di non fare causa all’azienda che fabbrica i bicchieri usati da Starbucks, ma concentrarsi solo sulla catena che annovera il maggior numero di bar al mondo. Se il giudice di Raleigh si pronunciasse a favore dell’agente, il verdetto potrebbe diventare un punto di partenza per centinaia di cause simili, che ogni giorno vengono presentate nei vari tribunali americani, non tutte, ovviamente, contro la malcapitata Starbucks.

Record di incassi e di pubblicità occulta (ma neanche troppo)
Come era successo per Fast and furios 7 anche il secondo capitolo degli Avengers, che sta avendo un enorme successo un po’ in tutto il mondo (187 milioni incassati in USA nel weekend, secondo incasso americano di tutti i tempi) tra i tanti record potrebbe aver stabilito anche quello per il maggior numero di prodotti commerciali esposti nel film, sotto forma di ciò che viene comunemente chiamato product placement. Ne sono infatti stati contatti ben 8, con i brand in grande evidenza. Eccoli: cuffie stereo della Beats, le più in voga (e costose) del momento; Levi’s, un ritorno del marchio che inventato i jeans. Audi, i quattro cerchi bavaresi sono anche l’auto di Thor; John Deere, marchio regnante nel campo dei trattori e tagliaerbe; Air Korea, la pubblicità della linea aerea si vede in un paio di scene; Under Armor, un brand che oramai veste i muscoli anche dei supereroi; Adidas, le scarpe del velocissimo “Quicksilver”; Hummel, il ritorno di un marchio, un tempo conosciuto, nel mondo del calcio.

La casa più grande degli Usa sarà realtà. Forse
Immaginatevi una casa (privata) di oltre 9000 metri quadri. Secondo il guinness dei primati, sarebbe la più grande di tutti gli Stati Uniti. Peccato però che quella che viene spesso chiamata la Versailles della Florida, sia oramai una specie di rebus senza soluzione. Nel 2005 David Siegel e sua moglie, dopo aver acquistato un vasto terreno vicino al parco tematico di Walt Dinsey World, avevano dato il via alla costruzione della casa, catturando la curiosità dei media americani. Due anni dopo, però, causa anche la crisi immobiliare, la costruzione era stata interrotta con l’abitazione edificata per due terzi. I Siegel avevano tentato di rientrare del loro investimento, mettendo l’immobile sul mercato per 100 milioni di dollari, ma nessuno si era fatto avanti anche dopo un decurtazione del prezzo del 10%. Adesso, dopo oltre cinque anni di fermo, gli operai si sono rimessi al lavoro con i Siegel che prevedono di poter entrare nel loro ‘reggia’ entro la fine del 2016.

Assolto per aver commesso il fatto
Una coppia che, dopo essere stata investita da un macchina della polizia di pattuglia, aveva minacciato di fare causa alla città di Seattle, è stata invece condannata da un giudice a pagare 112 dollari a testa di multa, per aver attraversato la strada con il rosso. Il poliziotto alla guida è invece stato assolto da ogni accusa. Il fatto era accaduto durante una piovosa serata lo scorso dicembre, con i due che stavano tornando a casa a piedi, dopo aver trascorso un paio d’ore in un bar. Il poliziotto, invece, nel momento dell’incidente, stava consultando il computer di bordo della sua vettura, per rispondere ad una chiamata.

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