Un labirinto di blocchi di cemento anni Ottanta a perdita d’occhio. Tutte case popolari. In giro non c’è quasi nessuno. Il silenzio rimbomba nell’aria di una giornata di sole. All’istituto comprensivo di viale dell’Archeologia ci arrivi con l’autobus 20 express, 17 fermate da Anagnina, il capolinea della metro A di Roma. Il quartiere è quello di Tor Bella Monaca, in piena periferia est, circa centomila abitanti, uno dei più popolosi e giovani della Capitale, di sicuro il più ruvido. Non c’è neanche un cinema. Isolato dai fasti della città eterna, che dista una quindicina di chilometri. Qui se non hai una macchina rischi di non mettere il naso fuori dal raccordo.

“Non c’era un laboratorio di musica, l’ho costruito io con le mie mani”

Pasquale Aprile, 34 anni, è uno dei due professori di musica della scuola media. Ha la barba lunga e folta, un piercing al sopracciglio destro, tre orecchini a cerchio all’orecchio sinistro, le braccia tatuate, e due occhi neri pieni di cose da dire. “È una missione insegnare qui. Se non ci credi, te ne vai. Io sono arrivato sei anni fa da Napoli. Non c’era un laboratorio di musica, l’ho costruito io con le mie mani”. Parquet a terra, al muro i ritratti dei big del jazz, rock, reggae, due bassi acustici, due chitarre classiche, altre due elettriche, una tastiera, una batteria.

“Voglio tirare fuori i talenti dei ragazzi”. Pasquale suona il sax nella band “Capatosta”. Fa tour in Italia e in Europa. È la sua seconda vita. Per gli studenti è prima di tutto un amico, una persona su cui contare, sempre. “Quando entri in classe non puoi iniziare subito la lezione. Prima li ascolti, chiedi perché uno è arrabbiato, l’altro piange, quell’altro non è venuto a scuola”. Ci sono figli di detenuti, spacciatori, figli di famiglie che vivono nel disagio. Mancano luoghi di aggregazione.

“La scuola può essere tutto per loro. Sono ragazzi vivaci, più difficili di altri, con dentro tanta creatività, bisogna aiutarli a esprimersi e a stare in gruppo anche quando sono fuori”. Allora si è dato da fare. Quattro anni fa ha avviato un corso di canto e musica in orario extra scolastico. “Tor Bella music” è il nome che gli ha dato. “Due pomeriggi alla settimana, dieci euro al mese, aperto a tutti, dagli 11 anni ai 50. Trenta iscritti in media all’anno” spiega.

Caloriferi scrostati, qualche infiltrazione, arredi al minimo. Nonostante tutto la scuola resiste a testa alta, e si fa sentire

Il cineforum, un’aula dentro l’edificio scolastico per guardare e commentare film, è stata un’altra sua iniziativa. “Esiste anche questo da quattro anni, solo per gli studenti però”. Poi concerti di gospel e musical. La scuola negli anni è diventata il punto di riferimento di quel quartiere sperduto e criminale. Le condizioni all’interno sono quelle che sono. Caloriferi scrostati, qualche infiltrazione, arredi al minimo. Nonostante tutto resiste a testa alta, e si fa sentire.

Come “Nonostante tutto” è lo slogan del corteo che l’insegnante di musica ha ideato per unire genitori, ragazzi, scuola, autorità. “Nonostante la crisi, la droga, la paura, i cervelli in fuga dal Paese. Nonostante tutto noi ci siamo. È una festa di fine anno aperta al quartiere. L’anno scorso è stata la prima edizione. Hanno sfilato 500 persone, anche i carabinieri, e uno di loro trainava l’impianto stereo”.

La parola d’ordine è fare rete con le altre scuole del sesto municipio, quello della frazione di Tor Bella Monaca (e uno dei 13 della Capitale)

Pasquale ci mostra le foto sul cellulare. Un corteo di musica, di canti, al ritmo dei battiti di mani. Due chilometri a piedi. “Io tengo il microfono e improvviso. Il messaggio è che dobbiamo unire le forze per superare le difficoltà”. A fine maggio la replica. Questa volta più in grande. La parola d’ordine è fare rete con le altre scuole del sesto municipio, quello della frazione di Tor Bella Monaca (e uno dei 13 della Capitale).

“Abbiamo esteso l’invito a partecipare a tutte le altre classi. Dovrà essere un fiume di energia, un grido di speranza”. Nonostante tutto, appunto. Anche al via vai di professori. “Dieci all’anno scappano dalla nostra scuola. Troppe sfide da sopportare. Molti studenti non hanno i libri. Con una colletta abbiamo comprato una tessera per le fotocopie. Ci è capitato di andare a svegliare l’alunno a casa perché il genitore si era dimenticato. Chi non fa i compiti, può dirti ‘come faccio prof? Io devo andare a cercare mio padre ubriaco nei bar, non ho tempo’.

“I ragazzi ti giudicano, ti danno del tu. Tu sei come uno straniero che entra nel loro territorio. Devi muoverti in punta di piedi. Loro si sentono traditi da chi se ne va”: a parlare è Luca Setti, professore di Lettere, da 17 anni in viale dell’Archeologia. Il 23 aprile “Save the children” ha aperto un punto luce per minori di 1500 metri quadri, con uno spazio per le mamme, che offre corsi di sport, fotografia, hip pop, giornalismo, cake design e make up.

Fare rete, si diceva, è fondamentale. Una rete delle scuole serve per aggrapparsi. Per gli insegnanti, che spesso lottano da soli, e per gli studenti, che non devono sprofondare nella solitudine tra i blocchi grigi di periferia. Una rete si tesse piano piano, dal basso. “Saremo Sanremo” è un pezzo. Un concorso canoro, che va in scena proprio oggi, 30 aprile, al teatro di Tor Bella Monaca, per il secondo anno consecutivo.

Una rete delle scuole serve per aggrapparsi. Per gli insegnanti, che spesso lottano da soli, e per gli studenti, che non devono sprofondare nella solitudine 

“Venti alunni in gara, due per ogni istituto. Le audizioni sono durate circa tre mesi – spiega Patrizia Belmonte, insegnante di Lettere all’istituto San Biagio Platani, sul palco come presentatrice, con una parrucca platino da star, insieme a un suo ex alunno. Nel 2014 ha partecipato solo la mia scuola, quest’anno lo abbiamo esteso alle altre. Un successo. Eventi del genere stimolano i ragazzi e la scuola diventa anche un divertimento”. Patrizia ha incontrato Pasquale, è nata l’intesa, ora fanno squadra. “Insegno la storia ai ragazzi con i giochi di ruolo, cosa farebbero loro al posto di Cesare o Churchill, attualizzo gli scrittori, mi focalizzo sulle emozioni che vogliono trasmettere, Leopardi diventa uno dei loro, capito? Se sono agitati magari parlo della filosofia buddista o dei monaci tibetani e loro drizzano le orecchie”.

Le scuole non sono lasciate sole. L’amministrazione comunale ha teso le mani. Massimo Sbardella, presidente della commissione Cultura e Sport: “Dal 2014 organizziamo le ‘Municipaliadi’, gare di atletica per gli alunni di elementari e medie. L’anno scorso hanno partecipato in 1500, quest’anno il doppio perché abbiamo coinvolto anche il V Municipio”. Sempre nel 2014 è stato inaugurato il “Parco tutti insieme” nella tenuta della Mistica, dove un paleologo e un geologo sono a disposizione tutti i gironi per le classi, che a turno, portano avanti un progetto sugli scavi.

“Abbiamo un’emergenza di spazi. C’è una lista di attesa di mille bambini per la materna e 700 per il nido”

“A Natale le scuole mettono in scena spettacoli teatrali o concerti musicali nei due centri commerciali del municipio, che sfruttiamo anche a Carnevale per le sfilate in maschera. Tutto a costo zero per il Comune”. Ultima novità: il “Premio Dante oggi” in collaborazione con l’Università Tor Vergata. Le classi potranno partecipare con video, rappresentazioni teatrali e scritti sulla Divina Commedia.

“Ma abbiamo un’emergenza di spazi – conclude Sbardella – C’è una lista di attesa di mille bambini per la materna e 700 per il nido. Abbiamo chiesto al sindaco Marino di costruire al più presto un istituto comprensivo a Colle degli Abeti. La Regione invece ci ha appena finanziato sette progetti per ristrutturare le scuole che cadono a pezzi”. Nonostante tutto, insomma, a Tor Bella Monaca non si è persa la fiducia in un futuro diverso.

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