L’Ilva di Taranto in amministrazione straordinaria gratta il fondo del barile. E dopo aver annunciato lo slittamento di nove mesi del pagamento della festività lavorata del 25 aprile al prossimo gennaio, garantendosi un risparmio compreso tra 1,5 e 2 milioni di euro, ha messo in vendita tramite il suo sito internet 61 macchine macchine utensili che non utilizza più nel ciclo produttivo. Inclusi alcuni apparecchi non funzionanti e non ripristinabili. La notizia pubblicata La Gazzetta del Mezzogiorno è stata rilanciata dai sindacalisti sui social network destando molte preoccupazioni. Sarebbe la prima volta, – si legge sul quotidiano – che l’azienda, che dallo scorso 21 gennaio è in amministrazione straordinaria con una legge Marzano rivisitata allo scopo, ricorre alla vendita dei propri beni strumentali. Una decisione che i sindacalisti avrebbero interpretato come un ulteriore segnale delle difficoltà finanziarie attraversate dall’Ilva e la prova del nove è attesa all’inizio di maggio quando sarà il momento di pagare gli stipendi. Le macchine in vendita sono 61 tra alesatrici, calandre, fresatrici, cesoie, gruette a bandiera, induttori magnetici, molatrici, idropulitrici ad alta pressione, presse piegatrici, torni, trapani ed altro ancora. Tutte macchine di grandi dimensioni, per uso industriale. Di ogni macchina viene indicata la marca ed è possibile vederle attraverso una foto.

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