Sale a quota 3.600 il numero delle vittime e a 6.800 quello dei feriti riportato dalla polizia del terremoto di magnitudo 7.9 che sabato ha devastato Katmandu, la capitale del Nepal, provocando morti e crolli di edifici anche in India, Tibet, Pakistan e Bangladesh. Il governo indiano ha riferito di 68 morti e 259 feriti. La scossa ha provocato il crollo di molti edifici di interesse architettonico e culturale del paese, devastando il centro capitale che era patrimonio dell’Unesco. Il sisma ha sbriciolato la torre di Dharahara, storico edificio di 9 piani, in cui sono rimaste vittime 250 persone che si trovavano nella costruzione.

La popolazione, per la seconda notte all’addiaccio, è stremata. Manca la corrente elettrica, i collegamenti telefonici sono precari e comincia a scarseggiare il cibo e l’acqua. Tutti i parchi ed i giardini pubblici, compreso quello dell’ex Palazzo Reale, sono occupati dagli sfollati. Due forti scosse di assestamento, tra cui una di magnitudo 6.7, (avvertito fino alla capitale indiana Nuova Delhi e ha causato nuove valanghe sull’Everest) hanno seminato stamattina, di nuovo, il terrore, costringendo la gente a scappare dalle case e ad accamparsi nelle strade. Per tutto il pomeriggio poi è circolata la voce di nuovi tremori. I soccorritori continuano a scavare tra le macerie: si teme che ci siano altri corpi intrappolati sotto la montagna di mattoni e detriti, ma è davvero difficile stimare il numero dei dispersi. “Sappiamo che molti sono intrappolati negli edifici crollati, ma non sappiamo come tirarli fuori – lamenta un ispettore di polizia – gli unici che sono attrezzati per farlo sono le squadre di soccorso dell’esercito, ma sono troppo poche per arrivare ovunque”.

Nel frattempo non si arrestato lo sciame sismico che ha colpito il Nepal. Una scossa di magnitudo 4,2 gradi sulla scala Richter, con epicentro a 42 chilometri ad ovest di Katmandu, è stata l’ultima replica sismica registrata oggi alle 6.24 locali (le 2.39 italiane) dal Centro sismologico mediterraneo europeo (Emsc), che ha precisato come dopo la prima scossa di magnitudo 7,9 di sabato, sono state 45 le repliche superiori a 4,5 gradi e 15 quelle sopra 6,5 gradi.

Gli italiani coinvolti: dispersi 4 speleologi
Dispersi quattro speleologi italiani del Soccorso alpino, che si trovavano in spedizione nel villaggio di Langtang travolto da un’enorme valanga provocata dal sisma. Sono Giuseppe Antonini, 53 anni, specializzato in operazioni di grotta e forra, il medico speleologo Gigliola Mancinelli, Oscar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Giovanni “Nanni” Pizzorni, 52 anni, di Genova. Il fratello di Antonini ha riferito all’Ansa d’aver avuto l’ultimo contatto mezz’ora prima del sisma e di non avere poi saputo più nulla. Stanno bene invece i due fratelli di Firenze, Daniel e Elia Lituani, di 25 e 22 anni, che erano stati dati per dispersi nell’area della città di Pokhara. Il padre Marco Lituani ha avvisato i giornalisti appostati fuori dalla sua abitazione:”Ha telefonato la ragazza di mio figlio: stanno tutti bene”. La madre ha confermato al Fattoquotidiano.it di aver parlato con i due ragazzi: “Conoscendoli resteranno sul posto a dare una mano”. Stanno bene e hanno rassicurato i familiari tramite sms anche Claudia Greganti, musicista senigalliese di 38 anni, e Tiziana Cimarelli, l’amica senigalliese con cui era partita giovedì 23 aprile per approfondire il loro interesse per le filosofie e le religioni orientali. La jeep con cui viaggiavano, insieme ad un avvocato anconetano, ha evitato i massi di una frana caduta dalla collina che ha ceduto ma entrambe sono salve e senza contusioni.
La Farnesina continua a verificare la presenza di connazionali nell’area colpita. Sono 300 gli italiani rintracciati dall’unità di crisi e sono tutti incolumi. Fonti del ministero degli Esteri hanno spiegato che le verifiche sono state complicate dalla difficoltà delle comunicazioni e dal fatto che la maggior parte dei connazionali effettivamente presenti in Nepal non si era registrata sul sito della Farnesina. Continuano intanto le segnalazioni dai famigliari anche a seguito della nuova scossa. L’unità di crisi del ministero è in partenza per Kathmandu.

Le Nazioni Unite: “6,6 milioni di persone coinvolte”
Dalle prime stime diffuse dall’ufficio Onu della capitale nepalese sono 6,6 milioni le persone colpite dal sisma e il coordinatore delle Nazioni Unite per il Nepal Jamie McGoldrick ha già incontrato il governo per offrire l’assistenza necessaria. Intanto già dieci scosse di assestamento sono state avvertite nelle ore dopo la scossa principale, l’ultima quella delle 9.09 ora italiana di magnitudo 6.7 con epicentro a 17 km a sud di Kodar e che è stato avvertito anche in tutta l’India settentrionale terrorizzando la popolazione civile.L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso i primi kit sanitari d’emergenza, con farmaci e attrezzature base per rendere potabile l’acqua, che dovrebbero coprire i bisogni di salute di 40mila persone per tre mesi, e ha anche reso disponibile 175.000 dollari al Ministero della Salute del Nepal, come prima tranche del Fondo di emergenza per il Sud-Est asiatico (SEARHEF).

Un’altra valanga al campo base sull’Everest: 51 feriti
Dopo quella di ieri, un’altra valanga ha colpito il campo base sull’Everest, provocando 51 feriti di cui 41 gravi. In mattinata sono stati recuperati i corpi di 17 vittime ma in serata i media locali, citando il ministero del Turismo, hanno riportato la notizia che il bilancio per la valanga si sarebbe aggravato a 22 morti e oltre 200 dispersi. Intanto stamattina, poco dopo che un aereo è arrivato a Kathmandu dopo avere prelevato 15 scalatori feriti, altre valanghe si sono verificate sull’Everest dopo la forte scossa di assestamento 6.7, ma pare che non abbiano provocato nuove vittime. È emerso invece che 100 persone, fra scalatori e sherpa, sono bloccate nei campi 1 e 2, sopra il campo base, ma stanno bene. Secondo fonti del ministero del Turismo nepalese, al momento della scossa di ieri sull’Everest c’erano almeno mille scalatori, fra cui circa 400 stranieri.

Alle 9.00 ora italiana un blocco di ghiaccio si è staccato ed è caduto per 800 metri finendo sull’area del campo. “La maggior parte delle tende al campo base sono distrutte – ha riferito Dorje Sherpa, un tecnico nepalese che lavora nell’associazione EvK2 Cnr – la forza del crollo della frana di ghiaccio è stata grande anche a causa dalla caduta contemporanea di alcune rocce”. Molti elicotteri stanno evacuando centinaia di persone. L’alpinista romeno Gavan, che ieri aveva dato l’annuncio su Twitter della valanga, ha scritto oggi sul social network che “tutti i feriti gravi sono stati evacuati in elicottero. In molti hanno aiutato”. I feriti e le vittime già ieri sono stati spostati dalla zona nel villaggio di Periche. Anche i due alpinisti italiani, Marco Zaffaroni e il suo compagno Roberto Boscato, si trovano al Campo Base. Di oggi la telefonata del terzo italiano sull’Everest, Marco Confortola, bloccato al campo base del Dhaulagiri a quota 4750 metri alla madre Elena: “Sto bene ma sono stato svegliato da una forte scossa di terremoto”.

I soccorsi
Nella notte sono atterrati i primi cargo con gli aiuti internazionali. Il vice ministro delle situazioni di emergenz russo, Vladimir Stefanov, ha annunciato che Mosca invia due aerei con soccorritori per aiutare le autorità locali. Anche il governo italiano ha attivato il proprio sistema di protezione civile nell’ambito del meccanismo europeo e ha inviato sul posto un team di valutazione da personale del Dipartimento della Protezione Civile in raccordo con i colleghi di Bruxelles e composto anche da tecnici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. “Compito degli esperti italiani – spiega la nota della Protezione civile – sarà valutare e predisporre l’invio di team tecnici e sanitari per contribuire al soccorso delle popolazioni colpite dal forte terremoto. In contemporanea è in partenza un team dell’Unità di Crisi della Farnesina per la tutela dei connazionali”.

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