Dovremo dire addio all’etilometro classico, quello col palloncino? E’ di queste ore la notizia che due giovani ingegneri veneti hanno progettato una app nuova nuova: l’etilometro per smartphone. Così se la vostra serata a un certo punto diventa alcolica, basterà alitare sul telefonino e lui vi dirà se siete da ritiro patente o se potete ancora guidare. La nuova app si chiama Floome e usa sensori uguali a quelli delle forze dell’ordine, ma riduce i costi di produzione rispetto agli etilometri professionali e soprattutto rende il controllo dell’alcool ingerito accessibile a tutti.

I due “cervelli” sono Fabio Penzo e Marco Barbetta, 26 e 27 anni, che hanno creduto a questa impresa da subito, hanno vinto un premio per l’innovazione e contattato vari consulenti della Silicon Valley per farsi dare dei suggerimenti.

Certo non sarà né la prima né l’ultima app per cellulari; però il fascino dell’idea che diventa prodotto è impagabile, e se poi interessa pure una multinazionale (la Vodafone in questo caso) che lo ha già promosso e iniziato a vendere nei suoi negozi, ancora meglio.

E se poi l’idea trova una spalla nella Ban, Business angel network del Veneto, una specie di banca che mette in contatto start up e investitori, tutto questo fa pensare a un film americano e ci carica di ottimismo.

Sì perché questa è proprio una storia di successo, e gli investitori sono saltati fuori: quest’estate Floome varcherà l’Oceano e sarà lanciata nell’ultra competitivo mercato degli Stati Uniti.

Quello di questi ragazzi è un circuito virtuoso a cui non siamo più abituati, perché nel nostro quotidiano è molto più facile sentire di giovani disoccupati, che arrancano per cercare lavoro.

Invece ci sono anche storie a lieto fine, e sarebbe bello poterne raccontare altre. Intanto godiamoci questa, buona fortuna Floome.

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