Si era parlato del 25 aprile, poi più nulla si è saputo. Resta così il mistero sul giorno del ritorno in edicola dell’Unità. Mentre il nuovo editore Guido Veneziani ha ancora da risolvere un sacco di problemi sul fronte delle stamperie controllate dal suo gruppo. Anzi, alla Enerprint di Moncalieri (Torino), rilevata appena due mesi fa, è già tempo di sciopero, perché gli stipendi di marzo non sono ancora arrivati. I bonifici, previsti secondo contratto per il 10 aprile, sono stati in un primo momento rinviati al 15 aprile, poi al 21. Ma nessuno dei 150 dipendenti ha visto un soldo e i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno proclamato un’agitazione di 24 ore a partire dalle 13 del 22, poi prolungata di altre 24 ore in attesa di un incontro con i vertici dell’azienda.

Stipendi di marzo in ritardo anche alle Grafiche Mazzucchelli, la società della Guido Veneziani Editore che, oltre a controllare la Enerprint, ha una tipografia con circa 90 lavoratori a Seriate (Bergamo). Insomma, qui come a Moncalieri, i dipendenti rivivono le stesse preoccupazioni ben note negli altri due stabilimenti del gruppo. Alla Roto Alba France di Nieppe, nel nord della Francia, dove i 375mila euro di finanziamenti pubblici ricevuti non sono bastati per garantire versamenti puntuali alle prime dieci persone assunte per il rilancio delle attività, dopo il fallimento della vecchia proprietà. E, tornando al di qua delle Alpi, alla Roto Alba in provincia di Cuneo, dove per mesi non si sono visti né gli stipendi, né i contributi destinati al fondo pensione Byblos.

Per Roto Alba si fa vivo Vittorio Farina – Oggi Roto Alba è in fase di pre-concordato preventivo, ma il tribunale nei gironi scorsi ha respinto la richiesta per una proroga di 60 giorni per la presentazione del piano con cui definire il rientro parziale dei debiti. Ora bisogna attendere l’udienza del 7 maggio: nel caso in cui non venga presentato un piano credibile, è probabile che la procedura di concordato venga revocata, cosa che potrebbe aprire la porta del fallimento. Al momento sul piatto c’è anche un’offerta dell’imprenditore Vittorio Farina: un milione di euro circa per prendersi un ramo della Roto Alba con una cinquantina dei 140 dipendenti. L’offerta, da sola, non è sufficiente a ripianare il buco da 12 milioni di euro, ma aggiunge alla vicenda un particolare curioso: Farina, vecchio sodale di Luigi Bisignani, è il patron del gruppo Ilte, proprio quello da cui Veneziani ha appena acquisito Enerprint. Detta in altro modo: due mesi fa Farina ha ceduto a Veneziani una società attiva nel settore tipografico, e ora si offre di comprargli un pezzo della stamperia di Alba. Con i lavoratori che stanno a guardare se lo scambio ci sarà, in attesa anche qui di ricevere lo stipendio di marzo fino in fondo. Tutti grattacapi che non hanno distolto Veneziani dal rilevare l’Unità, affiancandola a Vero, Stop e alle altre riviste che già pubblica. Con i 10 milioni di euro messi a disposizione insieme al costruttore lombardo Massimo Pessina per fare ripartire il quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Sempre che prima o poi riparta per davvero. Appena una decina di giorni fa il comitato di redazione denunciava come la scelta del nuovo direttore fosse divenuta “merce di scambio tra le diverse fazioni del Pd”. Con #lavoltabuona tanto cara a Renzi vista per il momento solo su twitter.

@gigi_gno – luigi.franco.lf@gmail.com

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