Giovanni Lo PortoWarren Weinstein sono le prime vittime innocenti di un raid compiuto da un drone americano. O almeno, questa è la versione dell’amministrazione Obama. Molto diversa da quella di Alka Pradhan, avvocato di Reprive U.S., organizzazione che rappresenta le vittime civili dei droni che, al contrario, spiega sul Washington Post: “Non sono assolutamente i primi innocenti uccisi dai nostri droni, e in nessun altro caso gli Stati Uniti hanno chiesto scusa per i loro errori“. Errori di cui ha parlato proprio il presidente Barack Obama, che si è assunto la responsabilità dell’operazione e ha chiesto “scusa” alle famiglie delle due vittime. Ma il governo Usa finisce nel mirino delle polemiche a poche ore dal provvedimento in cui Washington ha decisione la revisione del protocollo per utilizzare i dispositivi in combattimento.

Ad essere messa in discussione, scrive il Post, è la stessa strategia seguita in questi anni in cui l’amministrazione Obama ha usato i droni come arma principale della lotta al terrorismo, cioè quella della “near certainty“. Le linee guida per l’autorizzazione ai raid, elaborate dal direttore dalla Cia John Brennan e firmate da Obama, prevedono infatti che la luce verde per l’azione venga data quando sulla base delle informazioni di intelligence si ha la ‘quasi certezza’ che l’obiettivo colpito sia terroristico e che non si rischia di mettere in pericolo civili. Una strategia che in questi anni è stata duramente condannata e contestata dalle associazioni per i diritti umani che accusano l’amministrazione Obama di aver provocato la morte di centinaia di civili. E lo stesso portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha ammesso che “purtroppo quest’ultima valutazione della ‘near certainty’ si è rivelata sbagliata”.

“Per anni i consiglieri del presidente – scrive ancora il Post – hanno detto che errori come quello che hanno provocato la morte di due ostaggi occidentali ‘non sarebbero mai avvenuti’. Ed ora l’amministrazione si sta chiedendo se si sia fatto abbastanza per eliminare i rischi di questi errori”. Obama ha annunciato che un’inchiesta verrà condotta per determinare come si sia arrivati a questo tragico errore, ma nella intelligence community c’è chi crede che non sia possibile arrivare ad un livello più alto di certezza se si vuole mantenere l’uso dei droni. “Chiedere un standard più alto di prova vorrebbe dire la fine di questo tipo di operazioni“, ha detto Adam Schiff, capogruppo democratico alla commissione Servizi della Camera, ricordando che in questo caso non si è trattato di un drone che ha colpito “l’edificio sbagliato, una famiglia innocente, la tragedia è stata che vi fossero nascosti ostaggi innocenti”.

L’altra rivelazione di giornata arriva dalla Cnn: secondo l’emittente televisiva, nel 2012 la famiglia di Weinstein pagò un riscatto nella speranza di un suo rilascio. La tv cita una fonte pachistana che era in regolare contatto con i rapitori.

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