E’ forse il segno della fine di un’epoca, l’inizio della caduta – politica – di quello che per anni è stato considerato il vero ras politico del sudpontino. Il senatore di Forza Italia Claudio Fazzone da oggi è senza casa. Almeno senza la villa intestata alla moglie che domina la piana della sua città nativa Fondi. La villa è stata confiscata dal Tribunale di Latina, che ieri ha chiuso il processo per lottizzazione abusiva. I reati contestati dalla Procura – Fazzone non era tra gli imputati, non essendo mai stato intestatario dell’immobile – sono finiti in prescrizione, ma il giudice ha deciso in ogni caso di procedere con la confisca, prevista dalla legge in questi casi. Decisione che dovrà essere confermata dai successivi gradi di giudizio.

Quando l’inchiesta prese il via – era il 2005 – Claudio Fazzone era all’apice della sua carriera politica. Forza Italia a Fondi raggiungeva percentuali bulgare, con il 75% dei consensi. La provincia di Latina era considerata il vero laboratorio del centrodestra laziale, grazie anche al fortissimo potere acquisito da Fazzone. Già nel 2000 il senatore fondano aveva battuto il record delle preferenze nelle elezioni regionali, che lo portarono a ottenere la carica di presidente del consiglio regionale del Lazio. Finita quell’esperienza, con un altro pieno di voti, entrò in Senato, dove mantiene ancora oggi un seggio (e un posto in Commissione antimafia).

Quell’inchiesta del pubblico ministero di Latina Giuseppe Miliano sulla sua dimora lui non l’ha mai digerita. A cercare di archiviare il primo sequestro ci pensò la giunta della sua roccaforte: il comune di Fondi guidato dal suo fedelissimo – e socio – Luigi Parisella firmò una opportuna sanatoria. La Procura di Latina però non si fermò. Nel 2007 – alla vigilia dell’arrivo della commissione di accesso che chiederà poi lo scioglimento per mafia del comune di Fondi – il provvedimento venne dichiarato illegittimo, facendo scattare un secondo sequestro. Ieri la conclusione della vicenda.

Ora rimane in piedi una seconda grana giudiziaria per il senatore pontino. E’ un processo per abuso d’ufficio, nato dopo la divulgazione delle lettere di raccomandazione che Fazzone firmava su carta intestata dal suo ufficio di presidente del Consiglio regionale del Lazio. Centinaia di missive, tutte con l’incipit vergato a mano: “Caro Benito”, per poi proseguire con segnalazioni di persone da assumere nel sistema sanitario regionale.

L’ultima uscita pubblica di Claudio Fazzone risale a qualche giorno fa. Nessuna convention in grande stile – come quella, memorabile, del 2010, quando presentò a Fondi l’allora candidato a governatore del Lazio Renata Polverini – ma una semplice inaugurazione di una ferramenta in quel di Formia. Forse il segno della caduta di un impero politico, per un Ras rimasto senza casa.

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