La struttura delle tv italiana è lontana dal pur celebratissimo modello inglese. Le differenze più evidenti riguardano: 1) le finanze, perché oltremanica canone e pubblicità si respingono come l’acqua e l’olio e non capiterà mai, come è proprio della Rai, che confluiscano nel canale e nel medesimo bilancio; 2) da noi i canali “generalisti” sono “sette”, come i vizi capitali, mentre lì si fermano a cinque, come le virtù del kung fu.

Ma siccome ci pare già di sentire la domanda (“E allora, dov’è il problema? Cosa cambia per lo spettatore?”) abbiamo googlato TV GUIDE UK per buttare un sguardo a uno spicchio dei palinsesti, quello del sabato pomeriggio (che non è da buttar via perché di gente a casa ce n’è, pur senza arrivare alle dimensioni del prime time).

Sabato scorso in UK avreste avuto cinque scelte. Su BBC1 la ginnastica dal vivo seguita dal biliardo all’inglese e dalle prove della Formula Uno; su BBC2 altro sport interpolato a rubriche sull’abitare e fare compere. Nessuna traccia di spot o televendite, così grazie a questa assenza immediata ed evidente, vi sareste consolati per aver pagato il canone (e lì, guai a chi lo evade!). Pioggia di spot, invece, sui restanti tre canali generalisti dove il privato ITV, il Canale 5 del posto, provvedeva al film-digestivo (Crocodile Dundee) seguito da interviste a celebrities, e sullo statale Channel Four c’era da fremere, puntate alla mano, per le corse dei cavalli, per poi rilassarsi con rubriche sull’ospitalità (come allestire un’ottima cena?) e sul turismo locale a sfondo storico (sugli appennini inglesi). Infine Channel5, con una sfilza di docu-reality sui vicini insopportabili, sulle baruffe adolescenziali, sui pasticci tra creditori e indebitati).

Nel frattempo in Italia scorreva il seguente ben di dio: su Rai Uno Linea Blu e una soap (Legami) per giungere al Passaggio a Nord Ovest di Alberto Angela; su Rai2 un talk di assistenza alle casalinghe (Detto Fatto) seguito da un assortimento di telefilm con guardie e ladri e da Sereno Variabile; su Rai3 Tv Talk (l’equivalente su BBC1 va la Domenica pomeriggio, all’orario dell’Arena di Giletti) seguito da Report in replica e dal giochicchio culturalista Per un pugno di libri, che fa tanto “Servizio Pubblico”. Il tutto fra le incursioni degli spot, giusto per fare incazzare un po’ di più chi il canone non lo ha evaso.

Passando al lato privato, Canale 5 offriva l’usuale talk da pianerottolo (Verissimo) e l’onnipresente Il Segreto, mentre su Rete 4 si proiettava un film (Poirot: la sagra del delitto) recente, ma per anziani, e Italia 1 si distingueva con un’oretta di sport (superbike) e un film (Il mio ragazzo bastardo) vetusto, ma per adolescenti. Infine arrivava La7, con due film: uno western (La vendetta di Mc Kay) e l’altro drammatico (Jesse Stone passaggio nella notte).

Questi i fatti, dai quali ognuno può indurre le sue conclusioni. La nostra è che in Italia ci sono canali di troppo, tant’è vero che a riempire i palinsesti provvede un profluvio di film e di chiacchiere. Un’abbondanza stracciona. Peraltro, dovessimo trasferirci in Inghilterra, prima di decidere ci informeremmo circa il costo della pay tv. A meno di non impegnarci a scommettere sulle corse dei cavalli e a praticare il biliardo inglese.

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