Minacce e schiaffi ad alcuni giocatori, la versione più dura. “Confronto acceso ma niente di irreparabile”, quella più soft della società. In mezzo le parole di Zdenek Zeman: “I miei stavano male dopo quello che è successo”. Una frase che sembra accreditare la violenza anche fisica da parte di un gruppo ultras del Cagliari, che nel tardo pomeriggio di ieri si è presentato all’esterno del centro sportivo di Assemini, dove la squadra è in ritiro da martedì, per chiedere di parlare con i giocatori. Che avrebbero accettato volontariamente di incontrarli. Ma durante il faccia a faccia la situazione sarebbe degenerata e alcuni elementi rossoblù, terzultimi in classifica e capaci di racimolare appena 2 punti nelle ultime 9 partite, sarebbero stati minacciati e colpiti da schiaffi.

“Se avevo mai visto una cosa del genere in tanti anni di calcio? Non so, simili episodi li ho visti ma si cercava sempre di poter risolvere, anche se non è facile. Continuo a dire che non c’è confronto, devo dire ‘bravo’ alla mia squadra, perché non c’è confronto se non si è in due – ha detto stamattina Zeman – Hanno fatto tutto loro, noi abbiamo subìto, non credo per la paura ma per la pace. I miei ci sono rimasti male, non è facile eliminare certi episodi”. Le parole e i toni usati dal tecnico boemo, richiamato a Cagliari il 9 marzo dopo l’esonero di dicembre e la parentesi Zola, sembra accreditare la versione più dura dell’incontro-scontro tra tifosi e giocatori.

Ma il vice presidente dei sardi, Stefano Filucchi, intervenuto a Sky Sport 24, ha così commentato la situazione: “C’è stato un confronto acceso, con toni molto duri. A qualcuno è stato contestato lo scarso impegno. C’è molta amarezza per la posizione di classifica”. Per poi spiegare la versione ufficiale sulla dinamica dei fatti: “Nel tardo pomeriggio di ieri c’è stato un incontro tra la squadra e una ventina di tifosi appartenenti a un gruppo dello stadio. La squadra ha saputo che si trovavano al di fuori del centro e ha deciso di incontrarli – spiega Filucchi – La discussione è stata accesa e mal si concilia con la tendenza del presidente e della società di avere un dialogo con tutti. Non so quanto sia stato utile ai ragazzi questo confronto, ma così hanno deciso i calciatori: non è successo niente che si può ritenere irreparabile”.

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