Naviga in cattive acque l’Olimpiade di Rio 2016, in programma dal 5 al 21 agosto dell’anno prossimo. Migliaia di pesci morti sono infatti saliti a galla sulla superficie del lago Rodrigo de Freitas, situato a due passi dal Parco Olimpico, dove tra poco più di un anno dovrebbero tenersi le gare di canoa e canottaggio. Lo spettacolo è terrificante alla vista, l’odore nauseabondo all’olfatto. L’assessore cittadino all’ambiente ha spiegato che la cosa è dovuta all’innalzarsi del livello del mare, che ha provocato un aumento della temperatura del lago, collegato all’Oceano su cui affaccia da un canale che permette l’ingresso dell’acqua. Ma gli abitanti della zona da tempo hanno denunciato l’inquinamento, gli scarichi abusivi e la spazzatura che stanno ammorbando le acque cittadine, compreso il lago Rodrigo de Freitas. E domenica scorsa c’è stata una manifestazione di protesta cui hanno partecipato migliaia di persone.

Il lago, infatti, è gestito in appalto da qualche anno da una compagnia privata, parte della multinazionale brasiliana Ebx, cui spetterebbe la bonifica delle acque. Ma, protestano gli abitanti, poco nulla è stato fatto. Altrettanto tragica è la situazione di Baia de Guanaraba, dove invece dovrebbero disputarsi le gare olimpiche di vela e windsurf. Settimana scorsa il quotidiano locale O Globo ha pubblicato le foto di una barca a vela che si è ribaltata dove essersi scontrata contro un ammasso di spazzatura che galleggiava nella baia. L’immondizia è ovunque: sporcizia, inquinamento, strani liquidi e carcasse di animali morti ammorbano la superfice delle acque e la spiaggia di Gloria Marina all’interno della baia. Tanto che il velista olimpico austriaco Nico Delle Karth, giunto sul posto per allenarsi, se n’è andato definendola “una fogna a cielo aperto”.

Nel prospetto olimpico la città di Rio s’impegnava a pulire l’inquinamento della Baia di Guanaraba dell’80%, ma il mese scorso l’appena insediato ministro regionale dell’ambiente ha dichiarato: “Non riusciremo mai a ripulire una percentuale così alta dell’acqua della baia, ma posso assicurare che non ci saranno problemi per gli atleti”. Il sindaco Eduardo Paes, dopo aver stimato in oltre 4 miliardi di euro i costi per ridurre anche solo del 50% l’inquinamento, poche settimane fa ha ammesso a Sport Tv che non sarà possibile farlo in tempo per le Olimpiadi, aggiungendo che anche lui non vede alcun problema per le gare. Oltre agli atleti, non sono ovviamente d’accordo gli ambientalisti e i residenti della zona, che denunciano il continuo spreco di fondi e di soldi pubblici destinati alla bonifica. La spazzatura che infesta Baia di Guanaraba e pesci venuti a galla nel lago Rodrigo de Freitas sono infatti un’immagine che vale più di mille parole. Tra i mille problemi del mega evento che Rio ospiterà il prossimo anno, non c’è però solo quello ambientale.

Ieri numerosi reparti della polizia in tenuta antisommossa hanno sgomberato con violenza uomini, donne e bambini che da una settimana occupavano un palazzo disabitato che dovrebbe essere trasformato in un hotel di lusso per i Giochi. L’edificio, di oltre venti piani, era un ex complesso residenziale rimasto disabitato dal 2012 quando è fallito l’impero del suo proprietario: l’ex industriale Eike Batista ora sotto processo per insider trading. Lo sgombero evidenzia l’altro enorme problema di una città da 12 milioni di abitanti desiderosa di farsi un make up in vista delle Olimpiadi, quello dell’abitare. Una vera e propria operazione di pulizia etnica, cominciata con la Confederations Cup del 2013 e continuata con i Mondiali del 2014 ha costretto buona parte della popolazione ad abbandonare le proprie case per l’insostenibile aumento dei prezzi. E le Olimpiadi sono l’ultima scintilla di una situazione esplosiva. “Stanno spendendo una marea di soldi per gli eventi sportivi e il lusso che li dovrà circondare – ha detto ieri Veronica Castro, che occupava l’edificio per dare un tetto ai suoi quattro bambini -, ma non investono in case, salute e educazione”.

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