Il primo round dell’Europa League sorride alle italiane, entrambe impegnate in trasferta. C’è l’occasione, ghiottissima, di avere Napoli e Fiorentina in semifinale. Benitez spegne nel migliore dei modi le sue 55 candeline a Wolfsburg, Montella soffia via la sfortuna in pieno recupero cancellando una parentesi negativa che durava da due settimane tra campionato e Coppa Italia. Giovedì prossimo basterà evitare disastri per festeggiare.
Wolfsburg-Napoli 1-4: 15’ Higuain, 23’ Hamsik, 64’ Hamsik, 76’ Gabbiadini, 80’ Bendtner

Quando finirà la stagione rimarrà un interrogativo aperto: perché il Napoli ha vissuto per nove mesi su un’altalena? Inspiegabile come la squadra di Rafa Benitez abbia saputo buttarsi via in campionato e sia stata capace di offrire prestazioni di livello assoluto in campo europeo. Come a Wolfsburg, ipotecando la semifinale di Europa League. La buona serata si vede dall’alba del match. Davvero, per il Napoli. Non come nello stesso stadio successe all’Inter un mese fa. Prese le misure ai tedeschi – apparsi tutt’altro che granitici in difesa già negli ottavi – gli azzurri li stordiscono e colpiscono ancora con il colpo (magnifico) del ko eseguito con un’azione corale che andrebbe fatta vedere nelle scuole calcio. Poi infieriscono. Il pugno in faccia lo assesta dopo un quarto Higuain, partito in sospetto fuorigioco sul lancio di Mertens dopo una ripartenza di Hamsik. Azione ritmata, conclusione letale dell’argentino che forse stoppa con il braccio e centra il quinto gol nelle ultime cinque serate europee. Otto minuti dopo, altra sponda del campo, ma stessa costruzione da manuale. Maggio fa il giocoliere su Schurrle e serve Higuain che libera Hamsik di fronte a Benaglio. Lo slovacco si traveste da centravanti e timbra il 2-0.

Il Napoli è strepitoso e sfrutta ogni minimo spiraglio di luce tra le maglie verdi. E tiene dietro, dove spesso ha traballato in stagione. Oltre un paio di azioni attivate da Schurrle sulla sinistra e una conclusione dell’ex Chelsea tamponata da Andujar, il Wolfsburg non è capace di andare. Il canovaccio non cambia anche nel secondo tempo. I tedeschi alzano il baricentro e provano a sfondare sulla destra dove Mertens non è perfetto in copertura, la difesa azzurra regge e i quattro davanti sgroppano. Benaglio nega la doppietta a Higuain. Ma la pietra tombale sulla qualificazione arriva a metà del secondo tempo. Il complice è Guilavogui: ‘inventa’ un retropassaggio suicida che lancia Callejon, assist dello spagnolo e tocco sottomisura di Hamsik. A un quarto d’ora dalla fine Gabbiadini fa poker di testa su suggerimento di Insigne (altra bella notizia, dopo il lungo infortunio). Poi nel finale Bendtner lascia aperto un pertugio per il ritorno dopo una bella azione di Perisic. Ma mercoledì prossimo al San Paolo, salvo suicidi di massa, sarà una passerella. La strada verso Varsavia è in discesa.

Dinamo Kiev-Fiorentina 1-1: 36’ Lens, 92’ Babacar

C’è il fumo, tanto, ma sotto manca l’arrosto. Quando sta per arrivare il conto, salato, ci pensa Babacar a metterlo sulla griglia. Il senegalese lo fa in pieno recupero con una rovesciata, apparecchiando così un ritorno succulento fra una settimana. Sarebbe stato troppo per la Fiorentina tornare a bocca asciutta da Kiev, dove la Dinamo è cinica e (quasi) fortunata. Gli ucraini lasciano fare e trafiggono alla prima occasione buona. Troppo poco per far salire ancora il numero di sconfitte consecutive dei ragazzi di Montella e tenere anche inchiodato a zero il tassametro delle reti realizzate. Nonostante un’altra partita incolore di Gomez. Non si può sempre chiedere a Salah di inventare e concludere. L’egiziano è una scheggia impazzita, macina chilometri e sparge panico a piene mani negli ultimi trenta metri. Ai compagni manca però – sempre – il centesimo per fare un euro. Nel primo tempo Joaquin si vede respingere una conclusione con il braccio e protesta invece di raccogliere la ribattuta. Shovkovskij strozza l’urlo di Salah, Mati Fernandez la mette a lato di poco. Poi Lens gela le vene dei viola dopo una palla persa da Badelj: destro da fuori deviato da Tomovic e traiettoria impossibile per Neto. Montella chiede ai suoi di accamparsi nella metà campo avversaria per tutto il secondo tempo, la Dinamo prova ad agire in contropiede e ad approfittare di qualche palla persa di troppo. La partita però la fa sempre la Fiorentina. Ora una respinta della difesa, ora una deviazione, anche il palo sul colpo di testa di Borja Valero invitato da Alonso, tra i migliori con Joaquin: tanto si crea, tutto si distrugge. Fino al lampo di Babacar, reattivo nel concludere dopo un tocco sporco su cross di Mati Fernandez. È una liberazione dopo quasi 300 minuti senza gol segnati. Ed è soprattutto un pezzo di qualificazione messo in tasca.

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