“In Italia con 800 euro di pensione al mese non puoi sopravvivere”. Era questo il pensiero che girava nella testa di Davide Rocchi, ex lavoratore 59enne di un’azienda privata, quando a fine 2012 ha preso un volo di sola andata per le Filippine. Seduti accanto a lui in aereo sua moglie Simonetta, ex dipendente di Regione Emilia Romagna e loro figlio 23enne Andrea. “Avevo perso fiducia nel mondo del lavoro in Italia”, racconta Davide ricordando i mesi in cui con la sua famiglia ha scelto di “non aspettare di arrivare alla pensione per cambiare vita”.

Vendere la casa a Bologna e attendere la liquidazione è stato solo il primo passo. Poi è arrivato l’acquisto della nuova abitazione nelle Filippine, e di altre quattro casette di fronte al mare per garantirsi una rendita. Qualche mese di aggiustamento ed eccoli arrivati nel “paradiso dei pensionati” che, viceversa, vivrebbero con misere rendite in Italia. “Qui un lavoratore in pensione può anche pensare di risparmiare – continua Davide – visto che nelle Filippine uno stipendio medio è di circa 250 euro al mese”. Tanti i pensionati “che vogliono svernare ai tropici” conosciuti dalla famiglia bolognese, “soprattutto statunitensi, tedeschi e australiani” ma anche qualche italiano. Per molti la formula è simile: “Scegliere un Paese in crescita e investire in strutture turistiche, dai ristoranti ai resort”.

Per Davide, invece, la rendita arriva dall’affitto dei quattro bungalow sul mare costruiti grazie alla liquidazione sua e di sua moglie. “Li affitto soprattutto a famiglie che, indecise se trasferirsi o meno nelle Filippine, hanno bisogno fare un periodo di prova nell’arcipelago”. Le giovani coppie, invece, non avendo la possibilità di fare visita alle isole asiatiche si limitano a scrivergli email. “Sono davvero tantissime – precisa Davide – e parlo soprattutto di giovani famiglie preoccupate per il loro futuro in Europa”.

A tutti il 59enne bolognese racconta la sua storia, di come la sua scelta non sia stata capita fino in fondo né da parenti né da amici, ma anche di aver scoperto cibo genuino (“non esiste l’happy hour”) e mancanza di inquinamento acustico. E ancora tramonti sull’Oceano, passeggiate con sua moglie e ore dedicate alla lettura “come non mi succedeva da una vita”. “In Italia lavoravo aspettando il fine settimana o le ferie e negli ultimi anni anche durante il weekend non riuscivo a distogliere la mente dalla mia professione – ricorda Davide – Ora ho detto addio allo stress, sono calato di otto chili in pochi mesi e nessuno di noi soffre di insonnia o depressione”.

Una famiglia unita, quella di Davide, che ha deciso di fare insieme le valigie, figlio 23enne compreso. Tanto che per seguire i genitori nella loro nuova vita nelle Filippine, Andrea ha scelto di lasciare un lavoro a tempo indeterminato come progettista. “Non potendo più vivere in famiglia, avrebbe avuto enormi difficoltà ad arrivare a fine mese – racconta Davide – senza considerare che in Italia non avrebbe mai percepito una pensione”. E come i genitori si sono reinventati alla soglia dei 60 anni così Andrea è rinato come meccanico e disegnatore tecnico. “Mi preoccupa pensare che sempre più persone vogliono andare a vivere fuori dall’Italia – conclude – ma dovrebbero essere ancora di più allarmati i nostri politici. In Italia non si fanno più figli, e un Paese senza nascite non può avere un futuro”.

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