La sinistra Pd si prepara all’ennesima battaglia per modificare la legge elettorale, in esame in commissione alla Camera. E i 5 Stelle offrono la loro disponibilità a votare le modifiche proposte: “Se la minoranza democratica vuole in commissione possiamo ribaltare la legge elettorale”, ha detto la capogruppo M5S a Montecitorio Fabiana Dadone. “Noi siamo aperti e si dall’inizio fermi a migliorare questo provvedimento soprattutto nella parte che riguarda le preferenze. Ci aspettiamo che in Commissione la minoranza Pd sia coerente e non si autosospenda”.

Nei giorni scorsi più volte il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha chiuso la porta a modifiche al testo. Ma la minoranza del partito insiste. All’assemblea del gruppo, Area Riformista – la corrente che riunisce quasi tutti i “non renziani” – ha chiesto al presidente del Consiglio di aprire a modifiche: in caso negativo, in questa assemblea, voterà contro la relazione sull’Italicum. La posizione da tenere in Aula dovrà essere invece decisa successivamente. La risposta arriva direttamente da Matteo Renzi: “Vediamo la fine, dopo mesi passati a discutere abbiamo detto ‘basta si decide’. Non è il Monopoli dove c’è la casella ‘tornate al vicolo corto'”. Una frase che riprende il concetto già espresso ieri, 13 aprile, dal senatore a vita e presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva auspicato che sulla riforma elettorale non si ripartisse daccapo.

di Alessandro Madron

Nel frattempo gli esponenti di Area riformista in commissione Affari costituzionali chiederanno di essere sostituiti per evitare di votare in maniera difforme dalle indicazioni del gruppo. “In Commissione – ha detto uno di loro, Matteo Mauri – La delegazione del gruppo deve riflettere la posizione ufficiale, mentre in Aula il discorso è diverso ed ogni deputato decide per proprio conto” per il principio dell’assenza del vincolo di mandato.

Anche Forza Italia conferma il cambio di atteggiamento sull’Italicum, che aveva contribuito a scrivere attraverso il suo leader Silvio Berlusconi nei ripetuti incontri con Renzi. Fi presenterà “pochi, ma forti e determinati, emendamenti“. Il gruppo di Montecitorio chiede “il premio di maggioranza alla coalizione e non più alla lista, la possibilità di introdurre l’apparentamento al secondo turno; posticipare l’entrata in vigore della legge al 2017 o dopo l’approvazione definitiva della riforma costituzionale”. Su questi punti “è stato deciso di attuare un’opposizione netta, ricorrendo anche all’utilizzo del voto segreto“.

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