Le Regioni a statuto speciale sono un “anacronismo” e andrebbero riviste “le troppe disparità nell’erogazione dei finanziamenti e quindi anche dei servizi”. A dirlo è il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che ha ribadito il concetto nel giro di poche ore, su Repubblica, su facebook e poi con i giornalisti a margine della presentazione del suo comitato elettorale. “Persino il Muro di Berlino è stato abbattuto e non possiamo toccare le Regioni a statuto speciale? Non mi sembra giusto. Per niente giusto” scrive Rossi sul social network. Per il presidente toscano le 5 Regioni a statuto speciale “ricevono finanziamenti per i servizi incomparabilmente superiori rispetto a quelli che hanno il resto delle altre Regioni. Credo che nel momento in cui ci mettiamo a rivedere il Titolo V della Costituzione sarebbe giusto parlarne, perché ormai sono un anacronismo”. Rossi ha parlato di anacronismo di tali realtà, “essendo venute meno le questioni come quella di Trieste che giustificavano le autonomie o l’autonomismo siciliano che a sua volta giustificava lo statuto speciale. Poi, all’interno di queste Regioni c’è chi è virtuoso come il Friuli Venezia Giulia, ma ci sono troppe disparità nell’erogazione dei finanziamenti e quindi anche dei servizi”. Per Rossi “oltre tutto questo si riflette sulle tasse locali, perché le Regioni trattengono ritenute erariali e quindi possono evitare di fare cassa”. Nel complesso il governatore toscano ha osservato che “le Regioni sono troppe e alle volte troppo piccole, riformarle sarebbe giusto”.

Con Repubblica Rossi aveva parlato ancora più chiaramente: “Se si discute di riformare il titolo V bisogna per forza parlare dello statuto speciale, altrimenti questa resta una riforma a metà. E, quel che è peggio, si rischia di creare due Italie diverse, mettendo in discussione il principio di uguaglianza tra cittadini. Io apprezzo molto quello che fa Serracchiani in Friuli ma penso anche che le ragioni storiche e geopolitiche che hanno portato alla nascita delle regioni a statuto speciale non esistano più. È un altro mondo. Ci vuole più coraggio, persino il Muro di Berlino è stato abbattuto”. “Se le chiamano ‘le 5 sorelle’ forse qualche ragione ci sarà. In realtà queste regioni sono più ricche perché possono trattenere per sé stesse molti più tributi delle altre”, osserva Rossi.

Per ora a replicare è solo il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, espressione del Patt, il centrista Partito Autonomista Trentino Tirolese. “Sono affermazioni – commenta “l’altro” Rossi – che denotano un approccio superficiale e palesemente disinformato. Se avrà voglia di approfondire lo inviterò in Trentino”. Così, secondo il presidente della Provincia di Trento, il collega toscano “potrà così capire che non è assolutamente vero e che ci sono territori a Statuto speciale dove l’autonomia è stata usata bene, a vantaggio dei cittadini e a risparmio per lo Stato. In particolare potrà approfondire come la Provincia autonoma di Trento e quella di Bolzano contribuiscano da diversi anni al risanamento dei conti pubblici nazionali, il cui stato non è certamente imputabile al comportamento delle stesse”.

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