Test travagliato per il senatore di Forza Italia Antonio Razzi, interrogato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo a La Zanzara, su Radio24. La prima domanda verte su Periscope, l’app di Twitter che permette di vedere i video in diretta. “E che è, una cosa che se magna, un piatto speciale?” – risponde il parlamentare – “Ma che cazzo ne so io, è la prima volta che lo sento. Che cos’è una app? E’ una parigina, un coso di ‘stu ca… è come un account… ma che cazzo ne so. Una start-up? Questo l’avevo sentito… è una cosa che fanno molti giovani per il lavoro, ma non conosco l’inglese“. Vacillanti anche le risposte sui nomi dei direttori di alcune testate. “Ma che ne so io” – afferma Razzi – “io conosco solo Belpietro e ‘Sallusto’. Il fondatore di Repubblica? Eugenio Scalf… Scalfaro, Scalfari. Ma che cazzo me ne frega a me. Io leggo lu giornale ma non il nome del direttore”. Il senatore poi racconta la sua esperienza di immigrato in Svizzera e attacca duramente la consigliera di FI, Silvia Sardone: “Ha detto che si vergogna di me. Dice pure che Berlusconi tutte le mattine la chiama per sapere cosa deve fare. Ma chi cazzo ti pensa? Ma chi cazzo chiama? Come diceva il grande Totò: ma mi faccia il piacere. Prima di tutto, lei si deve imparare un po’ di educazione e a rispettare i colleghi di partito. I panni sporchi si lavano in casa. Lei è una cosa scandalosa, una vergogna”. Razzi spiega che la sua canzone è stata realizzata per beneficenza, “come suggerito da Berlusconi” e aggiunge: “La Sardone non lo sa? Ma se le vada ad imparare, e che cazz… Che vuole da me? In realtà, vuole pubblicità. Io ho avuto 3500 preferenze, lei 20, i voti dei parenti e dei vicini. Ma come si permette? E’ antipatica e vanitosa, ma poi se ne approfitta perché sa che attaccando me si fa pubblicità sulla mia pelle. La gente è fatta apposta per vantarsi. Sicuramente lo dirò a Berlusconi”. Razzi poi si immerge in un lungo dibattito sui preservativi e sulle sue scorribande amorose di Gisella Ruccia

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